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Memoria e RicercaLa storia di MRDirezione e redazioneDistribuzioneNorme redazionali

La storia di MR

La prima serie (1993-1997)

Quando nel 1993 un gruppo di studiosi, ricercatori universitari e operatori nell'ambito delle istituzioni culturali forlivesi riuniti nell’Associazione Memoria e Ricerca, promosse questa rivista di storia contemporanea, ad alcuni essa parve un azzardo, per di più dovendo cimentarsi in un terreno editoriale che appariva alquanto inflazionato. La configurazione non rigidamente accademica della rivista e il richiamo al valore delle competenze ovunque si trovassero, unita alla dichiarata attenzione per un'area territoriale quale la Romagna, potevano ingenerare allo stesso tempo nuove pulsioni localistiche e suscitare scetticismo tra gli addetti ai lavori. La dichiarazione di intenti del numero d'esordio (editore “Il Ponte Vecchio” di Cesena) dimostrava di avere presenti entrambi i rischi, laddove si sottolineava che volendo "rifuggire dai limiti dei tradizionali studi localistici e municipalistici, la rivista è provvista di un impianto tendente a ricollocare la storia del territorio romagnolo in un contesto attento alle tendenze e agli sviluppi più significativi del dibattito storiografico e culturale" (Editoriale, agosto/settembre 1993, n. 1, p. 5). In più si sottolineava l’ambizioso impegno programmatico di offrire materiali di ricerca, di discussione e di comparazione volti a definire meglio le coordinate territoriali e regionali negli interessi di una storiografia sempre più aperta ad un produttivo incontro con le scienze sociali.

Entro queste due sfere analitiche - la "provincia" (romagnola, nel nostro caso) e alcune domande ancora inevase della "grande storia" - si venne sviluppando la programmazione della rivista, con il proposito di sottrarsi alla pratica sempre incombente del pantografo (la ricezione acritica delle coordinate proprie della storia generale) e con una crescente consapevolezza circa la necessità di riconsiderare con un approccio comparativo i diversi ambiti spaziali della storia contemporanea. Seguirono fascicoli monografici accolti generalmente con interesse, grazie forse a un approccio comparativo che portava a misurare il tema di volta in volta sulla base di ricerche originali e spesso confrontabili per aree spaziali non solo italiane. Ne è derivato un percorso di ricerca provvisto di una sua peculiarità rispetto ad altre riviste; una "carta d'identità" dimostratasi preziosa per assicurarne un pur piccolo credito, in un panorama editoriale di riviste che, corrispondendo alla debole identità della storia contemporanea nella crisi culturale di questa fine di secolo, sarebbe stato attraversato da un profondo riassetto (un fenomeno tuttora in atto).

 

La nuova serie (1998 ...)

Nel 1998 “Memoria e Ricerca” registrava alcuni importanti mutamenti. Da una parte la definizione di un accordo editoriale con la Fondazione Casa di Oriani di Ravenna (e la sua biblioteca di storia contemporanea), che intendeva così affermare il suo peso crescente sul versante della ricerca storica. Dall’altra parte, il passaggio ad un editore nazionale (Carocci dal 1998 al 2001, FrancoAngeli dal 2002) con cui si apriva la prospettiva di allargare la circolazione grazie alla maggiore articolazione del catalogo e all’ampliamento della rete distributiva.

Nella nuova serie la rivista confermava la sua periodicità semestrale e il carattere monografico dei fascicoli, nel quadro di una privilegiata e sempre più netta impronta programmatica di storia regionale comparata - in Italia e in Europa -, volta a coniugare ricerche regionali, discussioni e informazioni storiografiche. Inoltre, inaugurava una rubrica, “Spazi on line”, con cui sondare le frontiere informatiche in rapporto ai campi della comunicazione della ricerca storiografica.

L’impegno ha richiesto la ridefinizione delle strutture operative. Oltre alla rete di corrispondenti esteri, veniva ampliava in particolare la direzione scientifica fino a farle assumere una effettiva configurazione collegiale: un criterio di lavoro, questo, che ha permesso di raccogliere attorno a “Memoria e Ricerca” studiosi sia di diversa formazione sia con attitudini distinti (di natura sociale, politica o economica) quanto complementari, come del resto ha richiesto l’articolata programmazione dei fascicoli monografici.

Nel 2002 la rivista ha assunto una periodicità quadrimestrale e dal 2010, a seguito della scomparsa dell’Associazione Memoria e Ricerca, la proprietà è passata in via esclusiva alla Fondazione Casa di Oriani.

 

La terza serie (2016-…)

Con il numero 51 si apre la ventiquattresima annata della rivista e inizia una nuova stagione. “Memoria e Ricerca” entra a far parte della famiglia di riviste del Mulino, una delle più prestigiose case editrici italiane ed europee, indiscusso punto di riferimento per la saggistica e in particolare per quella storica. E’ il riconoscimento del lavoro svolto negli anni passati, della qualità che “Memoria e Ricerca” ha raggiunto grazie all’opera di quanti vi hanno a vario titolo collaborato: autori, revisori esterni, consulenti scientifici e, naturalmente, coloro che fanno o hanno fatto parte del comitato di direzione e di redazione. Una qualità, peraltro, che è stata a più riprese attestata dall’Agenzia nazionale per la valutazione dell’Università e della Ricerca (Anvur) e da alcune fra le maggiori agenzie internazionali di accreditamento e di classificazione delle riviste scientifiche. E ciò ha potuto realizzarsi anche grazie al sempre convinto sostegno della Fondazione Casa di Oriani.

Con il passaggio al Mulino l’impostazione di “Memoria e Ricerca” non cambia. La rivista continua a essere caratterizzata dall’interesse per la storia sociale, politica e culturale dell’età contemporanea, spesso con riferimento a temi di frontiera, sempre declinati con un taglio comparativo internazionale e con un approccio interdisciplinare. Il principale elemento caratterizzante di ogni numero resta dunque il dossier monografico; così come la rubrica “Regioni/Ragioni della storia” continua a essere un elemento fisso. Altre rubriche (“Discussioni”, “Spazi On Line”, “Documento/Immagine”) compaiono invece con diversa periodicità. In prospettiva, viene introdotta una nuova rubrica dedicata alla Public History, un ambito di studio che suscita crescente interesse anche in Italia e del quale “Memoria e Ricerca”, prima di altri, si è già più volte occupata. Fra le altre novità, la rivista inizia a pubblicare nella lingua originale gli articoli che pervengono da autori anglofoni.