Prende il via sabato 11 febbraio alle ore 10.30, presso la Biblioteca di Storia Contemporanea “A. Oriani”, il nuovo ciclo della rassegna InContemporanea. La storia si fa in biblioteca. Si inizia con la presentazione del volume di Fabio Fabbri, L’alba del Novecento. Alle radici della nostra cultura (Laterza 2022).
Il volume si concentra sugli anni a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX Secolo, in particolare sul ventennio dal 1895 al 1914, quando praticamente in ogni campo del sapere umano si produsse un’autentica rivoluzione culturale. Nel giro di pochissimi mesi del 1900, ad esempio, si passò dall’inaugurazione dell’Esposizione Universale di Parigi alla pubblicazione de L’interpretazione dei sogni di Freud o alla teoria dei quanti del fisico Max Planck, fino al Concerto per pianoforte n. 2 di Sergej Rachmaninov. Allo stesso modo, nel 1913, mentre in Europa si accendeva la Seconda guerra balcanica, a New Orleans il dodicenne Louis Armstrong già intonava su una tromba i suoi primi temi musicali. Così il tragico naufragio del Titanic – che nell’aprile 1912 già segnava la fine di un’epoca – si collega, quasi magicamente, al cupo incipit de La montagna incantata di Thomas Mann, “il grande poema della morte” iniziato quell’anno. Allo stesso modo i colpi di cannone che dettero l’avvio alla Prima guerra mondiale rinviano alle riflessioni di Kafka che, proprio nel fatidico agosto1914, iniziava la stesura de Il processo. Il libro di Fabbri disegna quindi, su più registri, una “nuovo affresco” della Belle époque, che ha l’ambizione di raccontare sincronicamente il terremoto che travolse un intero mondo e ne produsse uno del tutto diverso.
Fabio Fabbri, ravennate di origine, ha insegnato Storia del lavoro presso le Università di Salerno e di Roma La Sapienza ed è stato ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università Roma Tre. Discuteranno con l’autore lo studioso Paolo Cavassini e il direttore della Fondazione Casa di Oriani Alessandro Luparini.
Informazioni: 0544 214767, informazioni@bibliotecaoriani.it
27 gennaio 1945 le truppe sovietiche fecero il loro ingresso nei grandi campi di sterminio della Polonia
Ricordare la storia ci insegna a non dimenticare
Per approfondire, ecco le nostre liste:
libri https://scoprirete.bibliotecheromagna.it/.../421221765716
https://www.comune.ra.it/news/giorno-della-memoria-2023/
Il 2023 è appena iniziato e siamo impazienti di svelarvi la classifica dei libri più letti dell'anno passato
1. Storia e geopolitica della crisi ucraina: dalla Rus' di Kiev a oggi / Giorgio Cella
1. La democrazia dei signori / Luciano Canfora
2. Ravenna fascista: 1921-1925, la conquista del potere / Alessandro Luparini; con le fotografie di Ulderico David
3. Il miracolo economico a Ravenna: industrializzazione e cooperazione / a cura di Pier Paolo D'Attorre; testi di Aurelio Alaimo
4. Putinfobia / Giulietto Chiesa
5. Mussolini il capobanda: perché dovremmo vergognarci del fascismo
#libri #letture #Listerete #books #libriletti
Si conclude lunedì 12 dicembre alle ore 17.30, presso la Biblioteca di Storia Contemporanea “A. Oriani”, il nuovo ciclo della rassegna InContemporanea. La storia si fa in biblioteca. In occasione dei cinquant’anni della legge n. 772 del 15 dicembre 1972, si presenta il libro di Marco Labbate, L’obiezione di coscienza nell’Italia repubblicana (Pacini 2020). Il volume racconta la lunga vicenda che precedette l’approvazione di quella legge, che per la prima volta riconosceva il diritto all’obiezione di coscienza al servizio di leva. Esito di una lotta durata 25 anni che coinvolse movimenti, intellettuali, uomini politici e di Chiesa, cristiani di diverse confessioni, libertari e radicali, e soprattutto quei 706 giovani idealisti alla cui richiesta di poter servire la Patria senza armi lo Stato oppose un netto rifiuto e dure pene detentive. Una battaglia di principio intrecciatasi con le ripercussioni della Seconda guerra mondiale, la guerra fredda, la minaccia atomica, il rinnovamento del cattolicesimo, la contestazione giovanile, in anni di profonde trasformazioni sul piano politico, sociale e culturale.
Marco Labbate è assegnista di ricerca presso Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo” e vicedirettore scientifico dell’Istituto di storia contemporanea di Pesaro. Discuteranno con l’autore lo studioso Paolo Cavassini e il direttore della Fondazione Casa di Oriani Alessandro Luparini, introdotti dal prof. Andrea Baravelli dell’Università di Ferrara.
Informazioni: 0544 214767, informazioni@bibliotecaoriani.it
Presso le Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana sarà aperta al pubblico dal 3 dicembre 2022 al 29 gennaio 2023 la mostra Un romagnolo in Veneto. Le Ciàcole de Bepi di Olindo Guerrini da Ravenna a Venezia.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Biblioteca nazionale Marciana e la Fondazione Casa di Oriani di Ravenna, che conserva i più importanti fondi documentari di Olindo Guerrini (1845-1916), noto alla storia della letteratura italiana soprattutto come l’autore della raccolta poetica Postuma (1893) firmata con lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti, che all’epoca riscosse un grandissimo successo, oscurando persino le coeve Odi Barbare del Carducci.
Intellettuale versatile, erudito, virtuosistico, dotato di una straordinaria vena goliardica, Guerrini fu anche grande poeta dialettale, misuratosi, oltre che col nativo dialetto romagnolo, di cui è forse la voce più conosciuta, anche con altre lingue regionali, fra cui soprattutto il veneto delle poesie satiriche Le Ciàcole de Bepi. Qui Bepi è Giuseppe Melchiorre Sarto, ovvero papa Pio X (1835-1914), che nella finzione guerriniana è ritratto in modo scanzonato e pungente come una sorta d’ingenuo, illetterato curato di campagna intento a ciàcolare (chiacchierare) bonariamente delle cose grandi e piccole del suo tempo.
Le Cìàcole apparvero sul diffuso giornale satirico romano «Il Travaso delle idee della domenica» tra la fine del 1903 e l’agosto del 1914, spesso accompagnate dai disegni caricaturali dello stesso Guerrini. Nel 1908, visto il grande favore di pubblico, il direttore del «Travaso» Carlo Montani decise di raccogliere le poesie uscite fino a quel momento in una pubblicazione a sé. Nonostante il successo commerciale il volume non fu mai ristampato e costituisce oggi una rarità bibliografica.
La mostra esporrà 20 autografi originali delle Ciàcole, per la prima volta tradotte in italiano, corredati da numerosi altri documenti (libri, opuscoli, fotografie) testimonianti la poliedricità della figura e dell’opera di Guerrini, provenienti in massima parte dalle collezioni della Marciana e della Fondazione Casa di Oriani.
Inaugurazione: sabato 3 dicembre ore 10.30
Orario di visita: 10.00-17.00. Accesso dall’ingresso principale del Museo Correr - Ala Napoleonica, Piazza S. Marco
Per ulteriori informazioni si prega di scrivere a b-marc.stampa@cultura.gov.it
Per approfondire shorturl.at/owSV5
Prende il via sabato 26 novembre alle ore 17.30, presso la Biblioteca di Storia Contemporanea “A. Oriani”, il nuovo ciclo della rassegna InContemporanea. La storia si fa in biblioteca. Si inizia con la presentazione del volume di Arlo Poletti, Antiglobalismo. Le radici politiche ed economiche (il Mulino 2022). Il volume affronta il tema di come le democrazie occidentali, che hanno creato e sostenuto la globalizzazione a partire dalla seconda metà del Novecento, siano oggi attraversate da un’ondata antiglobalista che sembra inarrestabile. La crescente disillusione popolare riguardo ai benefici della globalizzazione e il conseguente successo dei cosiddetti partiti sovranisti sono solo alcuni esempi della centralità acquisita dai sentimenti, dalla retorica e dalle politiche antiglobaliste nelle nostre arene politiche. L’autore offre un’interpretazione originale del fenomeno, incentrata su due dinamiche strettamente connesse tra loro: l’indebolimento della leadership egemonica statunitense a fronte dell’ascesa di nuove potenze e la crescente domanda di protezione sociale proveniente da fasce della popolazione che sono sempre più esposte a vulnerabilità socio-economiche. Questo ci spiega perché, senza una qualche forma di indirizzo e vincolo politico, difficilmente la globalizzazione potrà tornare ad essere compatibile con le esigenze dell’ordine e del consenso sociale.
Arlo Poletti è professore associato in Scienza politica presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento. Discuteranno con l’autore il giornalista del “Corriere di Romagna” Carmelo Domini e il direttore della Fondazione Casa di Oriani Alessandro Luparini.
Informazioni: 0544 214767, informazioni@bibliotecaoriani.it
Convegno di studi
Ravenna, Biblioteca di storia contemporanea “A. Oriani”, 19 novembre 2022
In occasione del centenario della marcia su Roma, il Convegno si propone di gettare uno sguardo complessivo sulle dinamiche politiche e sociali che nell’arco di nemmeno due anni, tra il settembre del 1921 e i primi mesi del 1923, portarono alla definitiva “conquista” fascista della Romagna. Un tempo breve ma intenso in cui la tradizionale roccaforte socialista e repubblicana romagnola, divisa tra bracciantato e mezzadria, l’irrequieta terra degli “uomini rossi” cantati da Antonio Beltramelli, cedette passo dopo passo all’offensiva politica, sindacale e militare delle milizie di Mussolini. Una regione solo apparentemente periferica rispetto alle grandi traiettorie nazionali. Perché la Romagna fu “laboratorio” ideale per l’organizzato squadrismo ferrarese e bolognese, a cominciare dall’imponente marcia su Ravenna del settembre ’21, vera e propria anticipazione di quella sulla Capitale dell’anno successivo. Poi per la specificità, unica in Italia, del rapporto controverso, di conflittualità ma anche di collaborazione in funzione antisocialista, con il forte movimento repubblicano locale. Un’ambivalenza che fu causa di una frattura all’interno dello stesso Pri, sfociata in una scissione e nella costituzione della Federazione autonoma della Romagna e delle Marche schierata su posizioni filofasciste. Infine, per il valore altamente simbolico assunto dalla capitolazione in mano fascista della “terra del duce”.
Dopo i saluti istituzionali portati dall’Assessore alla Cultura del Comune di Ravenna Fabio Sbaraglia, i lavori si articoleranno in due sessioni:
Sessione mattutina, 9.30-12.30
Sandro Rogari, La specificità di un paradigma: ragioni e percorsi di una conquista difficile
Luca Menconi, Origini del fascismo in Emilia Romagna nel dibattito storiografico del secondo dopoguerra
Giustina Manica, Mezzadri e braccianti nella Romagna del primo fascismo
Alessandro Luparini, Da Ravenna a Roma e ritorno: la “lunga marcia” dei fascisti ravennati
Sessione pomeridiana, 15.00-18.00
Roberto Balzani, Combattenti e repubblicani dinanzi all’ascesa del fascismo
Alberto Malfitano, Il tracollo delle amministrazioni democratiche in Romagna
Paola S. Salvatori, Mussolini e la Romagna. Miti e realtà di una appartenenza
Andrea Baravelli, La Romagna nelle pagine di “Diario 1922” di Italo Balbo
Sarà inaugurata mercoledì 9 novembre, alle ore 17.00, nel Chiostro della Biblioteca Oriani la mostra “Il primo fascismo nel ravennate 1919-1923” realizzata dall’Istituto Storico della resistenza di Ravenna. Si tratta di un’esposizione che inquadra le tensioni sociali e politiche del primo dopoguerra e l’affermazione dello squadrismo nella nostra provincia, con attenzione per gli episodi di violenza e la formazione di una nuova classe politica.
Nell’occasione sarà proiettato anche il filmato “Incendio della Libertà: l’assalto fascista alla Cooperazione Ravennate” realizzato quest’estate in occasione della visita del Presidente Mattarella, proprio dall’Istituto Storico di Ravenna e dalla Fondazione Casa di Oriani per conto della Federazione delle Cooperative di Ravenna.
La mostra rimarrà aperta fino al 16 novembre, visitabile negli orari di apertura della biblioteca.
Il giorno 7 novembre 2022 il Dott. Andrea Pessina, Soprintendente ai Beni Archeologici, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province
di Pistoia e Prato presenterà, a Ravenna e per la prima volta in Italia, il progetto archeologico di Luigi Maria Ugolini editato in collaborazione con il prof. Nicholas C. Vella dell’Università di Malta per la Midseabooks Ltd Malta, opera che rappresenta una pietra miliare dell’archeologia preistorica mediterranea.
Nella stessa giornata sono previste due presentazioni, la prima, alle ore 10.00 presso la sala conferenze del Dipartimento Beni Culturali in Via degli Ariani, 1 rivolta a tutti gli studenti; la seconda, per la cittadinanza, alle ore 17.00 presso la Biblioteca Casa di Oriani in Via Corrado Ricci, 26.
Dopo la ristampa, nel 2012, del volume Malta. Origini della civiltà mediterranea, pubblicato nel 1934 e a 22 anni dalla riscoperta degli archivi dell’archeologo bertinorese conservati nel Museo Etnografico “Luigi Pigorini” a Roma, i contenuti della collana Malta antica progettati da L.M. Ugolini e rimasti inediti in seguito alla sua scomparsa precoce nel 1936, riaffiorano alla luce grazie allo straordinario lavoro dei due ricercatori e archeologi. Dialogheranno con il Dott. Andrea Pessina, il prof. Giuseppe Lepore, Direttore della Missione Archeologica in Albania (scavi di Phoinike) per l’Università degli Studi di Bologna e la dott.ssa Monica Piancastelli, geoarcheologa.
L.M. Ugolini, nato a Bertinoro nel 1885, intrecciò numerosi e frequenti rapporti con personalità accademiche e politiche sostenitrici del regime fascista. Fu a capo della Missione Archeologica in Albania dove scoprì le città romane di Fenice e Butrinto e dal 1924 al 1935, nell’arcipelago maltese, insieme alla sua equipe, compì meticolosi lavori di rilevamento, studio e descrizione degli edifici megalitici tardo neolitici (datati oggi a circa 6000 anni fa) e di reperti pre-protostorici. Questi ultimi studi, in parte, confluirono nell’unico volume che Ugolini pubblicò nel 1934, grazie al diretto interessamento di Mussolini; una copia originale si trova oggi presso il fondo storico della biblioteca di Storia Contemporanea “A. Oriani”. Del corposo archivio, composto da disegni, fotografie, diari, appunti, corrispondenze che dovevano essere utilizzati per completare la collana su Malta pensata da Ugolini, si persero le tracce fino alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso quando furono ritrovati. La sua attività di scavo in Albania e l’elaborazione dei dati raccolti sui monumenti maltesi furono contrassegnate da un approccio scientifico assai moderno per quell’epoca e le pubblicazioni che ne seguirono vennero utilizzate dal regime fascista per corroborare il primato della civiltà latina sulle civiltà dell’Europa settentrionale e quindi per sostenere partiti e correnti nazionalistiche.