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Recensione a: Ministero della Pubblica Istruzione - Università degli Studi di Bologna e Dipartimento di Discipline storiche: Insegnare storia. Corso ipertestuale per l’aggiornamento in didattica della storia, 2000.

di Giuseppe Bosco
in Memoria e Ricerca n.s. 8 (2001), p. 219


     

  1. Notizie generali

     

    In stretto collegamento col decreto Berlinguer (n. 682/1996), che ha modificato i programmi di storia nella scuola italiana dedicando ampio spazio nelle classi terminali allo studio del Novecento, nel 1996 è stato avviato un progetto di aggiornamento complessivo dei docenti di storia (direttiva n. 681/1996). Negli anni seguenti si è infatti costituita presso i singoli Provveditorati agli studi una Commissione per la didattica della Storia, che ha costruito una rete provinciale di tutors comprendente docenti dei diversi gradi dell’istruzione (elementare, media inferiore e superiore). A livello centrale del MPI l’iniziativa fa capo al Progetto nazionale Storia del Novecento, il cui referente è l’ispettrice Anna Sgherri, che da diversi anni si preoccupa di dare un forte impulso al rinnovamento della didattica della disciplina.

    E’ all’interno di questo quadro che si comprende la scelta di produrre, per la prima volta in Italia, un CD-Rom dedicato alla didattica della storia e all’autoaggiornamento degli insegnanti, a cui hanno collaborato sia docenti universitari, sia docenti delle scuole superiori, sia presidi e ispettori appartenenti a diverse direzioni (in particolare a quelle classica e professionale). Questa collaborazione tra strutture che si occupano a diversi livelli di formazione è di per sé significativa della volontà di ottimizzare le risorse e le competenze e di superare quelle barriere che spesso separano coloro che in vario modo lavorano per l’insegnamento della storia. Il CD è stato poi presentato e inviato, tramite la rete dei tutors, a tutte le scuole superiori italiane.

     

     

  2. La struttura tecnico-formale dell’ipertesto

     

    Nell’esame del CD conviene partire innanzitutto dagli aspetti tecnici, perché – come si vedrà – le scelte operate aiutano a comprendere meglio l’orizzonte teorico all’interno del quale si muove il prodotto.

    Il CD (in totale 471 Mb) ha un impianto ipertestuale ed è organizzato su tre livelli. Al primo livello ci sono i file prodotti con il programma ToolBook II (vers. 6.0, in formato *.tbk), al secondo i documenti in Acrobat Reader (formato *.pdf), al terzo troviamo 15 file video (in formato *.avi). Nel CD sono anche presenti quattro ambienti di lavoro (appunti, bibliografia, archivio schede e glossario), nonché un programma sperimentale per la produzione di cronologie e la versione 3.0 di Acrobat Reader (di cui frattempo sono uscite delle versioni più aggiornate), che va installata sul PC per poter visualizzare i file *.pdf.

    Come si vede l’organizzazione del prodotto è abbastanza complessa e non sempre ciò appare giustificato. Intanto ci si domanda perché si è scelto di utilizzare per i file di primo livello il formato proprietario *.tbk, che può essere letto solamente da ToolBook. Questo è notoriamente uno dei migliori programmi di authoring, eccellente anche nella gestione di file multimediali, ma, se si voleva dare maggiore facilità di accesso al prodotto, forse sarebbe stato più conveniente usare l’ormai imperante formato *.html (quello dei file ipertestuali presenti in Internet). In tal modo per la consultazione sarebbe stato sufficiente l’uso di un qualunque browser e, in prospettiva, si sarebbe potuto anche pensare di inserire i materiali in un sito web, permettendo così una rapida, diffusa ed economica consultazione delle informazioni a tutti gli interessati tramite la rete, da casa o da scuola. L’idea dell’autoaggiornamento, che si lega strettamente a quella della costruzione di percorsi individualizzati in relazione a specifiche esigenze didattiche, ben si conforma sia con le modalità della navigazione in Internet, sia con la possibilità di upgrade continuo delle informazioni nel web: trasportato in Internet il CD avrebbe insomma perso quei caratteri di opera chiusa e definita per diventare un ampio e solido punto di partenza di una formazione permanente, aperta e dinamica degli insegnanti di storia. Vale la pena poi di notare che ToolBook è in grado di salvare i file anche in formato *.html e quindi si può auspicare che in futuro questa opportunità venga pienamente sfruttata.

    I file di questo primo livello (in *.tbk), compresi i quattro ambienti a disposizione, occupano in totale circa 29 Mb e quindi in realtà sono solo una piccola parte del CD. Questi file sono gli unici ad essere veramente ipertestuali, cioè a disporre di link, e contengono: o delle mappe concettuali, o delle sottomappe, o delle schede; queste ultime a loro volta contengono dei collegamenti ad altre schede o a documenti in *.pdf (secondo livello) o a file video (terzo livello).

     

    Figura 1: Mappa iniziale

     

     

     

    Figura 2: Esempio di sottomappa

     

     

    Figura 3: Esempio di scheda

     

    Da notare che nei file in *.pdf (436 per 18 Mb circa) non è invece presente alcun link e che i link delle schede non rimandano mai alle mappe. Quindi tutta l’articolazione dell’ipertesto è rigidamente discendente – dalle mappe alle schede ai documenti – e non prevede né link ascendenti – dalle schede alle mappe o dai documenti alle schede e alle mappe – né link che colleghino orizzontalmente i documenti, di testo o video, tra di loro.

    E’ chiaro che questa non è una necessità informatica, ma una scelta teorica. Sarebbe infatti bastato servirsi esclusivamente di file ipertestuali in *.tbk per inserire ovunque necessario dei link - ascendenti, discendenti e orizzontali - evitando nel contempo il disorientamento provocato dall’uso di un programma diverso da ToolBook per i documenti testuali (Acrobat Reader).

    Per quanto concerne i file video infine è evidente che questi rappresentano – per motivi tecnici di formato - la parte fisicamente preponderante del CD-ROM (ben 400 Mb su un totale di 471) e hanno una loro rilevante specificità, perché derivano da una collaborazione attivata con l’Istituto Luce. Peccato però che questi siano gli unici documenti presenti, e non si capisce se questo derivi dalla scelta di una campionatura selettiva (ma allora perché inserire solo dei video e non anche dei documenti di altro tipo?), oppure sia semplicemente il segno di un’opera che va considerata in progress.

     

     

  3. I contenuti dell’ipertesto

     

    I contenuti sono davvero ampi e vari e riflettono il lavoro pluridecennnale svolto da studiosi di didattica della storia, da storici e da insegnanti. In particolare sono presenti molti materiali elaborati da Mattozzi e dalla sua équipe, raccolta intorno all’associazione Clio 92.

    L’ipertesto è scandito nell’home page da tre grandi approcci al tema dell’insegnamento della storia: quello epistemologico, quello didattico e quello operativo. Nel complesso nel CD è quindi possibile trovare moltissimo e su argomenti diversi, quali: l’identità e il senso della storia dei giovani (con il questionario della ricerca europea sui Giovani e la storia) e dei docenti che la insegnano; la normativa e i programmi di storia; l’analisi dei manuali, nella loro organizzazione e nella loro leggibilità; esempi e strumenti per la costruzione di unità didattiche, di moduli e di curricoli completi di esercizi; disanime delle varie fasi del processo di insegnamento/apprendimento della storia (con tassonomie e definizioni degli operatori cognitivi e delle competenze); griglie di valutazione e di autovalutazione; schede relative al monitoraggio, all’analisi e alla lettura di fonti storiche, di trasmissioni televisive, di film, di videocassette e proposte per un uso didattico di biblioteche, archivi e musei; analisi e strumenti per la costruzione di tabelle, diagrammi, ideogrammi, cartogrammi, aereogrammi, istogrammi, grafici, schemi a stella, mappe concettuali, modelli di spiegazione; esercizi di tutti i tipi, strutturati e semistrutturati, anche volti alla stesura di testi storiografici; analisi di riferimenti alla storia presenti sui giornali, nella pubblicità e finanche nelle vignette satiriche.

    Come si vede l’opera appare incommensurabile, nel senso che è difficile trovare un’unità di misura omogeneamente valida per tutta la sua estensione. Di certo mette a disposizione un enorme patrimonio informativo (si pensi anche alla bibliografia e alla sitografia offerte) e strumentale, ma non è facile prevedere quale uso ne verrà effettivamente fatto dai docenti. Perché in fondo per potersi muovere agevolmente all’interno dell’ipertesto bisogna già possedere sia delle domande semiorganizzate, sia una solida consuetudine con il linguaggio didattico, in specie con quello mattozziano. Altrimenti c’è il rischio che la rigidità della struttura formale, accoppiata con una certa dispersività dei contenuti, provochi un senso di disorientamento cognitivo, il che potrebbe allontanare dal CD proprio gli insegnanti che l’opera dovrebbe contribuire ad aggiornare, ossia quelli più restii ad accettare un rinnovamento della didattica, finendo per divenire un supporto assai utile solo per quei docenti che invece sono mediamente già aggiornati su tali questioni.

    Anche l’uso massiccio di mappe concettuali si presta appunto ad una doppia riflessione: da un lato offre alti esempi di concettualizzazione di temi e problemi centrali nella riflessione didattica, dall’altra però rischia di essere di difficile decifrazione per chi si interroghi sulle logiche che legano i singoli diversi elementi tra di loro. In questo non è di aiuto l’uso massiccio e polisemico della freccetta, onnipresente nelle mappe e nelle sottomappe, perché tale simbolo non mantiene sempre lo stesso significato di operatore logico univoco, ma varia a seconda dei contesti, e quindi si presta – anzi richiede – un utente in grado cooperare attivamente alla costruzione del significato che di volta in volta le viene attribuito. Un esercizio che diventa talvolta anche una sfida intellettuale.