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Venerdì 07 settembre 2007

Manoscritti autografi di Olindo Guerrini donati alla Biblioteca Oriani

Una donazione di eccezionale importanza è venuta ad arricchire nei giorni scorsi il fondo di manoscritti di Olindo Guerrini (lettere e autografi dei Sonetti romagnoli) posseduto dalla Biblioteca Oriani. Si tratta di una novantina di poesie in dialetto veneziano, per un totale di circa tremila versi, scritte dal celebre santalbertese dal 1903 al 1914 e pubblicate negli stessi anni sul settimanale satirico romano “Il Travaso delle idee”.

Autore del munifico dono è stato il dottor Riccardo Ragazzoni di Santo Odorico, residente a Torino, il quale, avendo appreso che l’“Oriani” possiede un cospicuo fondo di manoscritti dell’autore dei Sonetti romagnoli, è venuto spontaneamente di persona ad offrire in dono alla nostra biblioteca i preziosi autografi che si ritenevano perduti.

Non molti sanno, anche in Romagna, che il versatile padre della poesia dialettale romagnola non scrisse versi soltanto in italiano e nel dialetto di Romagna – precisamente int e’nobil dialett santalbartes -, ma anche in dialetto veneziano, autentico, non maccheronico. Si tratta delle Ciàcole de Bepi, così denominate per via del fatto che Guerrini immagina che autore di quegli esilaranti monologhi sia Giuseppe Melchiorre Sarto, vale a dire Pio X, eletto Papa il 4 agosto 1903 e morto il 20 agosto 1914. Pontefice discusso, per quanto canonizzato nel 1954 ed oggi annoverato tra i santi, è meglio noto ai lettori di Stecchetti col nome di Pio disum, protagonista dell’ultimo dei Sonetti romagnoli, nel quale egli è rappresentato nei giardini vaticani in una calda giornata agostana.

A partire dal giorno di Natale del 1903 cominciarono ad uscire sul settimanale satirico romano i componimenti che Guerrini scriveva ed inviava con incredibile regolarità ogni quindici giorni, a mazzetti di 3-4 sonetti a puntata. Furono complessivamente circa ottomila versi, che contribuirono a fare del “Travaso delle idee” una delle testate satiriche più diffuse in Italia (sessantamila copie nel 1914). Il successo della rubrica Ciàcole de Bepi fu tale da indurre, nel 1908, il direttore del settimanale, Carlo Montani, a raccogliere in un elegante volumetto di duecento pagine, con lo stesso titolo della rubrica, le poesie apparse fino all’anno precedente.

La cosa più interessante è che Guerrini continuò a scrivere ed a pubblicare Ciàcole fino all’agosto 1914, e queste ultime settanta puntate si devono considerare in un certo senso quasi degli inediti, in quanto pochi studiosi ne conoscono l’esistenza perché la collezione completa del “Travaso delle idee” è posseduta dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e da non più di altre 3-4 biblioteche in Italia. Nel 2003 la Fondazione Casa di Oriani ha ristampato sul proprio annale “I Quaderni del Cardello” 21 di quelle Ciàcole, presentandole come un’anticipazione di una doverosa edizione integrale di questa quasi sconosciuta opera del nostro concittadino.

La donazione del dottor Ragazzoni di Santo Odorico (90 autografi, arricchiti da disegni dello stesso Guerrini, su di un totale di 168) consentirà, tra l’altro, di confrontare con gli originali i testi stampati sul giornale, eliminando così gli inevitabili refusi e documentando i ripensamenti dello stesso Guerrini e le “censure” da parte del direttore Montani, autorizzate dall’autore allo scopo di evitare sequestri, come documenta il mazzetto di lettere inedite che arricchisce il fondo di autografi donato alla Biblioteca Oriani.

 

 

 



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