Cerca

Soci e partner

Provincia di Ravenna

Comune di Ravenna

Fondazione del Monte

Cassa di Risparmio di Ravenna

Regione Emilia-Romagna

Ministero della Cultura

Notiziario

Martedì 07 marzo 2006

Se le sinistre avessero vinto le elezioni nel 1948?

Giovedì 16 marzo (sala Spadolini, Biblioteca Oriani) il secondo degli incontri su La storia non si fa con i se? Riflessioni sull’identità italiana

«Se le sinistre avessero vinto le elezioni nel 1948?» è il secondo dei quesiti proposti dalla Fondazione “Casa di Oriani” nel ciclo di incontri dedicato a «La storia non si fa con i se?», con il contributo della CMC - Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna.

Si tratta di una ipotesi non campata in aria. Negli opposti schieramenti erano largamente presenti tali previsioni, diffuse anche nei governi degli altri paesi che osservavano con preoccupazione i possibili esiti delle elezioni.

Mai previsioni elettorali furono smentite con tanta nettezza. La partecipazione fu altissima: ben il 92 per cento degli italiani si recò alle urne quel 18 di aprile. Il risultato segnò il trionfo della Democrazia cristiana, che conquistò la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari, e la grave sconfitta del Fronte popolare, che vedeva uniti PCI e PSI.

Questo voto conclude la travagliata fase della storia italiana compresa tra la caduta del fascismo e l’avvio della democrazia repubblicana. Il sistema politico si costituisce intorno a questo peculiare equilibrio fra un partito destinato  a esprimere a lungo il centro motore del governo del paese e il maggior partito dell’opposizione abilitato a un ruolo di rappresentanza sociale e di iniziativa politica, ma non di governo. Così come si definiscono le alleanze internazionali che hanno accompagnato da allora in poi tutta la storia repubblicana.

«Se le sinistre avessero vinto le elezioni nel 1948?» quali sarebbero state le conseguenze nel processo di trasformazione del Paese, quali i rapporti fra i partiti italiani, quale il ruolo dell’Italia nell’equilibrio internazionale, quali le reazioni degli stati nel duro clima della guerra fredda?

Si tratta di alcune delle domande che saranno affrontate giovedì 16 marzo alle ore 17, presso la sala Spadolini di Casa Oriani, da uno storico di particolare prestigio come Silvio Pons.

Interrogarsi su vie diverse che potevano essere percorse può diventare così una occasione per affrontare in maniera inusuale alcuni aspetti dell’identità italiana, alcuni nodi cruciali nella storia del Paese.

 

Silvio Pons

Insegna storia dell’Europa orientale all’Università di Roma “Tor Vergata” ed è direttore della Fondazione Istituto Gramsci di Roma.

Fra le sue opere recenti: Stalin e la guerra inevitabile, Torino, Einaudi, 1995; L’egemonia impossibile. L’URSS, il PCI e le origini della guerra fredda (1943-1948), Roma, Carocci, 1999.

Ha recentemente curato: Dagli archivi di Mosca. L'Urss, il Cominform e il Pci, 1943-1951, Roma, Carocci, 1998 (con Francesca Gori ); G. Dimitrov, Diario. Gli anni di Mosca, Torino, Einaudi, 2002; Tra guerra fredda e distensione, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003 (con A. Giovagnoli); Gli anni ottanta come storia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004 (con S. Colarizi, P. Craveri, G. Quagliariello).

 

 

Prossimo incontro:

sabato 25 marzo, ore 17

Se Mussolini non fosse entrato in guerra nel 1940?

Emilio Gentile (Università di Roma “La Sapienza)

 



[ Indietro ]