1. Introduzione: si può fare affidamento su Internet?
I problemi che gli storici incontrano nell’utilizzare Internet come fonte di informazione sono molto simili a quelli che incontrano gli specialisti dell’informazione ( documentalisti, bibliotecari specializzati, ... ) e i giornalisti: come fidarsi dell’informazione che si trova su Internet ? come verificare la veridicità dell’informazione ? la fonte è degna di fede ? o meglio, è autentica ?
Quando si comparano i criteri utilizzati per valutare la pertinenza, l’affidabilità della informazione tradizionale ( documenti stampati, documenti materiali ), si nota soprattutto che bisogna aggiungere in particolar modo dei nuovi criteri, sia fisici che intellettuali(í.) In effetti, ci si deve da una parte assicurare dell’accessibilità delle fonti conosciute, citate, pubbliche e risolvere i problemi di connessione, di compatibilità dei software, di comunicazione e di interrogazione, di linguaggi di ricerca e di parola d’ordine. Dall’altra, occorre rispettare delle regole di verifica delle fonti in funzione della provenienza e del canale di comunicazione, come quelle che i giornalisti usano prima della pubblicazione:
"Fonte scritta degna di fede e perfettamente identificata ( es.: dispaccio di un’agenzia ): Si può pubblicare così com’è
Stesso caso ma, un elemento nel testo sembra poco verosimile: Si pubblica al condizionale e citando la fonte
Fonte scritta identificabile, ma non conosciuta espressamente: Ci si volge alla fonte poi ci si sforza di confermarla
Fonte scritta anonima Non si pubblica niente ma all’occorrenza, si segue la pista.
Fonte stampata. Salvo casi particolari, l’autenticità materiale è certa. Il grado di credibilità
spesso non verificabile. Si può sempre pubblicare citando...
(íí)
Ciò che sicuramente manca di più nelle informazioni che si può trovare su Internet, sono i "filtri" naturali della diffusione tradizionale dell’informazione, qualunque essa sia, scientifica, tecnica, di attualità, vale a dire gli editori delle riviste, i comitati scientifici e di redazione. Chiunque può "pub blicare" su Internet, senza dover rendere conto a nessuno del valore dei contenuti. Vi è dunque un rischio enorme di disinformazione che può essere più o meno cosciente, più o meno organizzato. Le domande che si pone L. Floridi(ííí) sono, a mio avviso, del tutto fondate:
" (1) diventerà anche Internet un potente mezzo di potenziale disinformazione ? (2) la disinformazione generata attraverso Internet differirà da altre forme si disinformazione prodotte tramite i mezzi giornalistici, televisivi e radiofonici ? (3) se Internet dovesse diventare un potente mezzo di disinformazione, si può fare qualcosa per ovviare a questo particolare problema o per risolverlo ?
La mia impressione è che si possa rispondere affermativamente ad ognuna di queste
domande."
Pertanto è molto importante provare a determinare le ragioni, le motivazioni per le quali una istituzione, un’impresa, una persona diffondono delle informazioni su Internet: può essere per uno scopo molto lodevole di informare sulle proprie attività, per interesse commerciale, o semplicemente per farsi conoscere. Tuttavia dietro le intenzioni lodevoli, esistono altri problemi generati da carenze nel processo di comunicazione(ív), carenze più o meno volute se non addirittura provocate dal diffusore dell’informazione su Internet. L. Floridi dimostra sei casi di disinformazione, volontaria e non:
"La disinformazione si genera ogni qualvolta il processo di informazione è difettoso.
Ciò può verificarsi a causa di:
(a) una mancanza di obiettività, come nel caso della propaganda
(b) una mancanza di completezza, come nel caso della damnatio memoriae
(c) una mancanza di pluralismo come nel caso della censura.
Ogni caso può essere combinato con gli altri due in forme di disinformazione più
complesse e efficaci (...) ogni forma di disinformazione non è necessariamente
intenzionale "(v)
Infine occorre anche sottolineare la difficoltà, la complessità della ricerca di informazione su Internet: pur sapendo che una certa informazione esiste, a volte è difficile, quasi impossibile ritrovar la tra migliaia di serveurs Web e milioni di pagine HTML. Se da una parte si deve riconoscere che Internet è divenuto un nuovo media totalmente di massa (ví) , bisogna anche mettere in evidenza la totale mancanza di coerenza delle informazioni diffuse su Internet: nessuna indicizzazione dei documenti , ridondanze, rumori dovuti all’ "inquinamento" di molti documenti non pertinenti, silenzi in rapporto a documenti introvabili. A questo proposito J. Attali compara Internet ai labirinti:
" Chiunque abbia un giorno provato ad entrare in Internet, sa che non si dovrebbe parlare di "autostrade" di informazione, ma piuttosto di labirinti: giganteschi grovigli di stradine e vicoli ciechi, di biblioteche e di caffè, la rete è composta da mille strade che spesso terminano in vicoli ciechi. Internet assomiglia più a un labirinto di una città medievale, senza un vero e proprio architetto, piuttosto che a una bella progettazione di un’autostrada. Certo, come le autostrade lo hanno fatto da cinquanta anni a questa parte, Internet giocherà un ruolo maggiore nell’avvenire delle comunicazioni tra gli uomini".(víí)
Enunciati questi aspetti di deontologia di Internet, vorremmo ora applicarli al tema dell’informazione dell’Unione europea disponibile su Internet, tenendo conto di certi interessi esistenti o potenziali degli storici. Per fare questo tenteremo di rispondere alle tre seguenti domande:
1. qual’è la politica di diffusione dell’Unione europea su Internet ?
2. quali sono i servizi e le fonti d’informazione disponibili ?
3. quali sono gli orientamenti dell’Unione europea in materia di politica dell’informazione e della "Ricerca e Sviluppo" che possono influenzare il lavoro dello storico?
2. L’Unione europea su Internet
Si può dire che vi sia stata una presa di coscienza abbastanza precoce da parte delle istituzioni comunitarie, in particolare della Commissione europea, sull’importanza e sulle potenzialità della rete Internet. In effetti la politica di diffusione dell’informazione elettronica on line via basi di dati disponibili su dei serveurs collegati alla rete di trasmissione di dati per pacchi, si è orientata verso la nuova rete. Da cui l’apparizione in primo luogo dei serveurs Web in parallelo ai serveurs ECHO (www.echo.lu ) e CORDIS ( www.cordis.lu ) , così come il serveur Web ufficiale della commissione perfezionato da DGX(vííí) (europa.eu.int) e il serveur messo a punto per sostenere le azioni in favore della società dell’informazione , Ispo: Information Society Project Office (www.isp ac.be) Si potrà quindi dire che"storicamente" questi quattro serveurs Web sono stati i primi servizi di informazione dell’Unione europea su Internet. In seguito era divenuto evidente ai responsabili delle altre istituzioni ( Parlamento, Consiglio, Corte di Giustizia ) che una presenza su Internet si imponeva con degli obiettivi generali quali: trasparenza nelle attività comunitarie, informazioni destinate al cittadino europeo, informazioni disponibili il giorno stesso della pubblicazione, ...
Per lo specialista delle questioni europee, occorre rilevare che su Internet attualmente si trovano i siti Web delle istituzioni che regolano gli atti comunitari(íx), cioè:
- la Commissione, mediante il sito gestito da DGX: www.europa.eu.int
- il Consiglio, su un sito che comincia ad arricchirsi: www.conseil.eu.int
- Parlamento, che offre un’informazione molto completa sulle procedure e dei documenti nelle 11 lingue ufficiali: www.europarl.eu.int
- il Comitato economico e sociale, che offre l’accesso alle sue opinioni attraverso l’interrogazione di una base di dati plurilingue: www.ces.eu.int
Allo stesso modo troviamo anche i siti Web delle altre istituzioni, che offrono un’informazione centrata sulle loro attività specifiche:
- la Corte di Giustizia ( http://... )
- l’Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali delle Comunità europee: (http: //...)
- la Corte degli Uditori: (http: //...)
Nell’insieme, bisogna riconoscere che questi siti offrono un’abbondante informazione sulle attività dell’Unione europea e un numero sempre maggiore di documenti nella loro versione integrale, pronti ad essere scaricati e ristampati localmente. I formati più utilizzati sono WORD ( scelta informatica della Commissione), PDF, TXT e Wordperfect. Su Internet si ha anche l’opportunità di trovare dei documenti che non sono ancora disponibili su carta (per esempio delle versioni provvisorie di programmi, direttive, ...) o altri documenti che normalmente non sono destinati a una vasta diffusione ( ciò che i documentalisti chiamano la "letteratura grigia": documenti preparatori, di discussione, ...il più sovente i documenti COM eSEC). Ciò mette bene in evidenza una politica di accesso ai documenti attraverso Internet. Tuttavia, bisogna purtroppo moderare questi aspetti positivi con alcune considerazioni sulle difficoltà che possono trovare i ricercatori navigando su questi siti comunitari:
a. origine e affidabilità: quando si individuano dei documenti su Internet, è fondamentale poter definire la loro provenienza ( chi ha creato il documento ) e assicurarsi dell’affidabilità. In generale, si potrebbe essere tentati di credere che l’organismo che ha caricato un documento su un sito WEB, sia l’iniziatore: non è sempre così (vedi punto seguente ). Come lo vorrebbero le regole di base dell’archivistica, ci manca un’informazione sulla provenienza del documento elettronico. D’altra parte, una garanzia di provenienza è data dall’ufficialità del sito: se l’indirizzo elettronico (URL) fa parte del campo "eu.int" (istituzioni europee nell’ambito delle istituzioni internazionali) ci si può fidare dell’informazione che vi troveremo. Il problema si pone per il fatto che certi siti Web lanciati dalle istituzioni europee non rientrano in questoschema, per ragioni "storiche" (siti lanciati prima della creazione del campo "eu.int", come www.cordis.lu, www.echo.lu), ragioni "geografiche" (agenzie comunitarie come il CEDEFOP, www.cedefop.gr) o per attività particolari (come la Banca europea d’investimento: www.bei.org o i fondi strutturali: www.inforegio.org);
b. ridondanza: le differenti istituzioni citano, caricano, commentano spesso gli stessi documenti. Indubbiamente occorre qui ricordare la funzione dell’OPOCE, che è l’editore ufficiale di tutte le pubblicazioni comunitarie. Praticamente ciò significa che tutte le istituzioni e le agenzie comunitarie devono far pubblicare i loro documenti attraverso questo ufficio. Dunque, consultando il catalogo dell’OPOCE, normalmente si ottiene la lista di tutti i documenti comunitari. Tuttavia questa politica che viene applicata per i documenti stampati, non è più sistematicamente utilizzata per la diffusione dei documenti elettronici, che siano essi accessibili nelle basi di dati o direttamente su dei siti Web;
c. tracciabilità: intendiamo per "tracciabilità" la possibilità di identificare in modo sicuro lo stato del documento, vale a dire la versione definitiva o la versione provvisoria n°x , al fine di seguire la genesi del documento. Anche in questo caso troviamo numerose informazioni su Internet: opinioni, proposte, emendamenti, il tutto in modo sparso sui differenti siti ufficiali;
d. accesso ai servizi: nel punto seguente, tracceremo un breve panorama dei servizi di informazione messi a punto dalle istituzioni europee. Il problema che in particolare si pone è di ritrovarli tra migliaia di pagine. Una volta trovati, occorreranno ovviamente i "bookmarker", ma per il momento, manca l’equivalente dei defunti serveurs Eurobases e ECHO. Effettivamente, i serveurs delle basi di dati giocano un ruolo di "supermercato" dell’informazione: il ricercatore, l’utilizzatore sanno dove trovare tale o tale altra base di dati.
3. Servizi d’informazione accessibili a partire da Internet
Occorre qui notare che una nuova politica di diffusione di basi di dati è messa a punto dalle istituzioni europee. In effetti, l’Ufficio delle Pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee e le altre istituzioni responsabili delle basi di dati pubblici (DG X, DG XIII, Parlamento europeo, ...) utilizzano sistematicamente Internet, rispetto alla politica precedente dove i servizi di informazione, principalmente le basi di dati e la richiesta di documenti, erano concentrati sui due serveurs di basi di dati ufficiali delle istituzioni: Eurobases e ECHO accessibili sulla rete X.25. Ciò non escludeva che certe basi di dati sfuggissero al sistema di diffusione previsto e fossero presenti su altri serveurs europei: per esempio, la base bibliografica del CEDEFOP era disponibile sul serveurs ESA-IRS, le basi statistiche dell’EUROSTAT su GSI e WEFA, etc...
Occorre precisare ancora una volta che in questo caso si tratta di accedere a dei documenti attraverso Internet, quindi documenti che si trovano fisicamente fuori Internet su dei serveurs di basi di dati connessi alla rete delle reti generalmente via protocollo Telnet(x). Quindi qui si tratta, per l’utilizzatore finale, per lo storico contemporaneo, di:
- individuare o avere conoscenza dell’esistenza di una base di dati (il servizio di informazione elettronica)
- trovare il suo indirizzo logico esatto (il suo URL)
- assicurarsi dell’accessibilità e delle condizioni di accesso, tenendo conto degli aspetti seguenti:
aperta a chiunque
aperta a chiunque
accesso attraverso parola d’ordine pubblica o semi-pubblica
accesso ristretto per parola d’ordine, riservato a una comunità di utilizzatori privilegiati (per esempio, la base RAPID del Porta-Parola, per i giornalisti accreditati)
accesso ristretto per parola d’ordine a pagamento (servizio d’informazione commercializzato dalle comunità europee, come la base CELEX contenente il testo integrale dei testi giuridici dell’Unione europea)
-essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità dell’interfaccia di interrogazione.
In definitiva, ci si rende conto che un gran numero di documenti ufficiali delle Comunità europee sono teoricamente accessibili, ma che le difficoltà ad accedervi li rendono di fatto relativamente confidenziali. Si potrebbe addirittura considerare ad un certo punto l’insieme dei documenti contenuti in queste basi di dati come facenti parte della letteratura grigia(xí). A questo proposito, per valutare il colore più o meno grigio di questa letteratura, avevamo proposto di utilizzare dei criteri sia oggettivi (numero di accesso, di citazioni) che qualitativi rispetto a una politica di comunicazione dell’informazione(xíí).
Rispetto alla situazione precedente, vale a dire i due serveurs di basi di dati ufficiali Eurobases e ECHO, si potrebbe sintetizzare la diffusione delle basi di dati comunitari su Internet in quattro aspetti principali:
3.1 basi di dati accessibili a partire dal sito Web dell’Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali delle Comunità europee (http://www.eur-op.eu.int/)
- IDEA
- EUDOR
- catalogo delle pubblicazioni
- ...
IDEAEUDORcatalogo delle pubblicazioni
3.2 basi di dati accessibili a partire dal sito Web EUROPA della Commissione
europea, , però a partire da punti diversi del sito (http://www,europa.eu.int/):
CelexRAPID
3.3 basi di dati precedentemente accessibili sul serveurs ECHO e presenti sul sito
Web I*M EUROPE (http://www.echo.lu):
- TED
- Eurodicautom
- I*M-Guide
- I*M
-I*M-Forum
TEDEurodicautomI*M-GuideI*M-Forum
3.4 basi recentemente accessibili a partire dai siti Web delle istituzioni europee:
-Archivi Storici: EURHISTAR
- Corte di Giustizia: base plurilingue contenente il testo integrale delle sentenze
- Parlamento europeo: basi che descrivono i documenti del PE, così come quelli trattati dal PE
- ...
Archivi Storici: EURHISTARCorte di Giustizia: base plurilingue contenente il testo integrale delle sentenzeParlamento europeo: basi che descrivono i documenti del PE, così come quelli trattati dal PE
Non pretendiamo di aver qui abbozzato un catalogo completo delle basi di dati comunitari accessibili a partire da Internet, in particolare a partire dai siti dell’Unione europea. Volevamo invece mettere in evidenza due constatazioni divergenti:
- la ricchezza dei servizi di informazione comunitari attualmente accessibili ai ricercatori
- la difficoltà di reperire sistematicamente questi servizi e di poterli utilizzare agevolmente.
4. Fonti di informazione disponibili su siti Web
la ricchezza dei servizi di informazione comunitari attualmente accessibili ai ricercatorila difficoltà di reperire sistematicamente questi servizi e di poterli utilizzare agevolmente.
Intendiamo qui per fonti di informazione un insieme organizzato di documenti ufficiali disponibili nella loro interezza e riuniti sotto forma di archivi specifici o di dossiers tematici. Si può notare in particolare la tendenza del serveur EUROPA, gestito dalla Direzione Generale X(xííí), a proporre degli archivi di documenti chiave, significativi della costruzione dell’Unione europea: ciò si inserisce perfettamente nella politica di comunicazione della Commissione europea.
Era divenuto fondamentale offrire in maniera permanente un accesso agevole ai principali documenti ufficiali, che sono regolarmente citati e che il ricercatore non ha sempre a disposizione, soprattutto sotto forma elettronica. La forma elettronica di questi documenti ufficiali permette in effetti numerose operazioni, che possono enormemente facilitare il lavoro del ricercatore, per esempio:
- la citazione di passaggi in un altro documento elettronico (trattamento del testo)
- l’inserzione di questi testi in strumenti d’analisi e di trattamento linguistico o statistico degli stessi (si potrebbe perfettamente prospettare uno studio della frequenza di termini nei documenti)
- la creazione di archivi locali di documenti sotto forma elettronica
- la creazione di legami ipertesti per citare e collegare direttamente due documenti pubblicati su Internet, ...
la citazione di passaggi in un altro documento elettronico (trattamento del testo)l’inserzione di questi testi in strumenti d’analisi e di trattamento linguistico o statistico degli stessi (si potrebbe perfettamente prospettare uno studio della frequenza di termini nei documenti)la creazione di archivi locali di documenti sotto forma elettronicala creazione di legami ipertesti per citare e collegare direttamente due documenti pubblicati su Internet, ...
Occorre però precisare che la maggior parte dei testi, anche se sono disponibili in versione integrale, non sono sistematicamente presenti nelle undici lingue ufficiali dell’Unione europea. Ciò è dovuto indubbiamente a uno spirito di pragmatismo e di economia di mezzi, che ha scelto di mettere in linea in primo luogo le versioni inglesi e/o francesi. Nel corso di una ricerca tramite un motore di ricerca interno ai siti ufficiali(xív), con dei termini come discorso, COM, direttiva, regolamento, discussione paper, ..., il ricercatore scoprirà a volte dei veri e propri giacimenti di documenti in versione integrale. Senza avere la pretesa di essere esaustivi, vorremmocitare qualche esempio:
- un’iniziativa della Conferenza Intra-governativa, che mette a disposizione un insieme di documenti provenienti direttamente dalle istituzioni comunitarie e dai governi dei paesi membri (http://www.europa.eu.int/en/agenda/igc-home/index.html)
- un insieme di documenti ufficiali, compreso il testo integrale del Bollettino dell’Unione europea (http://www.europa.eu.int/abc/off/index en.htm)
- principali discorsi delle personalità della Commissione europea, in particolare
un’iniziativa della Conferenza Intra-governativa, che mette a disposizione un insieme di documenti provenienti direttamente dalle istituzioni comunitarie e dai governi dei paesi membri (http://www.europa.eu.int/en/agenda/igc-home/index.html)un insieme di documenti ufficiali, compreso il testo integrale del Bollettino dell’Unione europea (http://www.europa.eu.int/abc/off/index en.htm)principali discorsi delle personalità della Commissione europea, in particolare
del Presidente e dei Commissari (indirizzo dei discorsi del Presidente Santer:
http://www.europa.eu.int/comm/santer)
- gli ultimi 20 (presto 40) numeri del Giornale Ufficiale delle Comunità europee, serie L e C, formato .pdf, nelle undici lingue(http://www.europa.eu.int/eur-lex
- le opinioni in extenso del Comitato economico e sociale, nelle differenti lingue disponibili (http://www.ces.eu.int/)
- gli atti di un simposio organizzato da DG XIII e da COMECE: "The etical, cultural and democratic stakes of the Information Society", disponibile su ISPO (http://www.ispo.cec.be/???)
- la lista quotidianamente aggiornata dei nuovi documenti completi caricati sul sito EUROPA e la loro disponibilità linguistica (http://www.europa.eu.int/geninfo/whatsnew.htm)
-l’archivio dei comunicati stampa, nelle lingue della diffusione originale (http://www.europa.eu.int/en/comm/spp/rapid.html)
- il testo integrale dei trattati (http://www.europa.eu.int/abc/obj/treaties/en/entoc.hrm), ...
gli ultimi 20 (presto 40) numeri del Giornale Ufficiale delle Comunità europee, serie L e C, formato .pdf, nelle undici lingue(http://www.europa.eu.int/eur-lexle opinioni in extenso del Comitato economico e sociale, nelle differenti lingue disponibili (http://www.ces.eu.int/)gli atti di un simposio organizzato da DG XIII e da COMECE: "The etical, cultural and democratic stakes of the Information Society", disponibile su ISPO (http://www.ispo.cec.be/???)la lista quotidianamente aggiornata dei nuovi documenti completi caricati sul sito EUROPA e la loro disponibilità linguistica (http://www.europa.eu.int/geninfo/whatsnew.htm)l’archivio dei comunicati stampa, nelle lingue della diffusione originale (http://www.europa.eu.int/en/comm/spp/rapid.html)il testo integrale dei trattati (http://www.europa.eu.int/abc/obj/treaties/en/entoc.hrm), ...
A seconda delle ricerche, dei contatti e delle informazioni raccolte, il ricercatore, lo storico, dovrà memorizzare l’insieme dei repertori dei documenti in vista di un utilizzo immediato o futuro.
5. Politiche dell’informazione e della storia
Nel quadro dello sviluppo di una nuova società dell’informazione, le istituzioni europee giocano un ruolo fondamentale definendo le grandi linee d’azione dell’Unione europea e le nuove regole inerenti allo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Queste nuove regole si traducono a fine percorso in direttive ed iniziative che assumono un’importanza non trascurabile per il lavoro dello storico moderno.
In particolare, tre direttive già approvate devono attirare l’attenzione del ricercatore:
- 1991: protezione dei software
- 1995: protezione della vita privata
- 1996: protezione delle banche dati
1991: protezione dei software1995: protezione della vita privata1996: protezione delle banche dati
Un’altra iniziativa lanciata dalla Comunità europea nel quadro dei programmi IMPACT e INFO2000, deve essere seguita con attenzione rispetto alle conseguenze sull’utilizzo dell’informazione elettronica sotto tutte le forme. Si tratta del LAB(xv), composto da un panel di specialisti e giuristi provenienti da ogni paese dell’Unione europea. Questa iniziativa ha come obiettivo principale di essere "un servizio per il numero crescente di utenti spersi in tutto il mondo interessati agli aspetti legali della società della informazione, in particolare quelli relativi al contenuto dell’informazione, e contiene informazioni aggiornate e collegamenti rilevanti concernenti gli ultimi sviluppi europei e internazionali inclusi legislazione e documenti di consultazione."
La conservazione e l’utilizzo dei documenti contenuti negli archivi nazionali, negli archivi delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche, è un argomento fondamentale per gli storici, poiché si tratta della materia prima per i loro lavori. Da cui l’importanza accordata questi ultimi anni ai problemi posti dalla digitalizzazione di questi archivi. A tale scopo,la Commissione ha creato il forum DLM: "la Commissione europea organizza un Forum pluridisciplinare che si terrà all’interno della Comunità sulle problematiche di amministrazione, immagazzinamento, conservazione e recupero dei dati leggibili dalle macchine, invitando le amministrazioni pubbliche e i dipartimenti degli archivi di stato, come anche i rappresentanti dell’industria e della ricerca a prendere parte al Forum." (conclusioni del Consiglio EU del 17 giugno 1994)"E’ anche possibile scaricare in francese e in inglese il testo integrale degli atti del primo Forum organizzato nei giorni 18, 19 e 20 dicembre del 1996 a Bruxelles(xví).
Sullo stesso ordine di idee, alcune iniziative del Programma Libraries, all’interno del Programma Telematico, si rivolgono alle problematiche incontrate dai servizi d’archivio in Europa. Per esempio è significativo prendere conoscenza del rapporto"Relazione sulla situazione di biblioteche ed archivi negli Stati membri dell’Unione europea e dei paesi dell’EFTA preparato dal Libraries Sector National Focal Points e compilato dalla Commissione Europea, DGXIII/E-4 "Electronic publishing and Libraries"(xvíí). Si possono anche rilevare altre puntuali iniziative, che potrebbero interessare gli storici per degli aspetti relativi ai loro campi di ricerca(xvííí).
6. La Ricerca, lo Sviluppo e la Storia
La politica di ricerca messa a punto dall’Unione europea tocca di fatto tutti i campi della società contemporanea, dai progetti che utilizzano l’energia eolica fino alle biotecnologie e alla traduzione automatica. Lo storico non dovrebbe quindi stupirsi nel constatare che anche il suo campo è stato oggetto di finanziamento di progetti, i cui risultati possono rivelarsi pertinenti al suo lavoro quotidiano.
Occorre citare in primo luogo il servizio di informazione sull’insieme delle attività di ricerca e di sviluppo all’interno dell’Unione europea, CORDIS, che offre sul suo sito Web un’informazione attualizzata e permette di interrogare direttamente una decina di basi di dati, che contengono innumerevoli informazioni. Vorremmo citare le due basi RTD-Projects e RTD-Results, particolarmente interessanti a livello di contenuto(xíx).
In modo generale, tre aspetti in ambiti diversi ci sembrano pertinenti:
6.1 l’utilizzo di fonti di informazione esistenti: si tratta di tutti i proggetti che mirano a recuperare e a mettere a disposizione nuove fonti di informazione. Per esempio, l’insieme dei progetti pilota lanciati nel quadro del programma INFO2000, sotto l’iniziativa chiamata "Exploiting Europe’s public Sector Information"(xx). Tra questi progetti pilota che mirano "a sviluppare nuovi modi di utilizzare l’informazione gestita dal servizio pubblico in Europa", si potrebbe citare EUAN (Il Network dell’Archivio Europeo) che ha l’ambizione di mettere a disposizione del pubblico via Internet il contenuto degli archivi nazionali e di altri archivi pubblici: " gli archivi dei sostenitori del progetto contengono una grande quantità di informazioni dall’XI al XX secolo, spaziando dai documenti governativi agli scritti privati di personaggi eminenti, dagli atti dell’Internazionale Socialista ai registri dei diritti di proprietà in Scozia e dalla corrispondenza diplomatica del ministero degli esteri svedese agli atti della Commissione Alleata di Controllo per l’Italia. Il progetto darà accesso ai cataloghi di massimo livello di tutti questi archivi"(xxí),
6.2 la cooperazione a livello di ricerca, che sia direttamente tra storici o più spesso una cooperazione interdisciplinare, su piano europeo. In particolare possiamo citare l’iniziativa INTAS(xxíí), il cui obiettivo principale è: "allargare la cooperazione nel campo della storia e dell’informatica tra i Paesi dell’Europa occidentale e il NIS. L’obiettivo centrale della ricerca è di migliorare l’acquisizione delle informazioni per la ricerca storica, lavorando insieme sugli aspetti dell’archiviazione dei dati leggibili da macchine e della documentazione dati.";
6.3 l’utilizzo di nuove tecnologie, specialmente in vista di :
- la conservazione di documenti deteriorabili e rari
- la documentazione multimedia di argomenti specifici
- il mantenimento della memoria collettiva, nei casi in cui rischia di sparire con il tempo.
la conservazione di documenti deteriorabili e rarila documentazione multimedia di argomenti specificiil mantenimento della memoria collettiva, nei casi in cui rischia di sparire con il tempo.
Per illustrare questo ultimo punto, rinviamo per esempio ai progetti pilota cofinanziati dalla Commissione europea nel quadro del programma IMPACT2, sotto l’iniziativa "Interactive Multimedia Projects", tra i quali troviamo i due progetti seguenti, che possono suscitare l’interesse degli storici per ragioni molto diverse:(xxííí)
- "Mount Olympos, Myth, History and Poetry: comprende la complessa storia di una terra occupata continuamente sin dalle età del bronzo e del ferro.[...] Questo programma interattivo e multimediale aggiunge nuovi elementi per uno studio esauriente di questa culla della civiltà europea."
- "JewNet, Jewish Studies Resources European Public Collections": le informazioni centrali del CD-ROM consisteranno in un catalogo dei principali musei, monumenti, archivi, biblioteche ed altre istituzioni in tutta l’Europa che conservano ogni genere di materiale originale informativo riguardo la storia ebraica e rendono questo materiale fruibile a turisti, visitatori e ricercatori."
"Mount Olympos, Myth, History and Poetry: comprende la complessa storia di una terra occupata continuamente sin dalle età del bronzo e del ferro.[...] Questo programma interattivo e multimediale aggiunge nuovi elementi per uno studio esauriente di questa culla della civiltà europea.""JewNet, Jewish Studies Resources European Public Collections": le informazioni centrali del CD-ROM consisteranno in un catalogo dei principali musei, monumenti, archivi, biblioteche ed altre istituzioni in tutta l’Europa che conservano ogni genere di materiale originale informativo riguardo la storia ebraica e rendono questo materiale fruibile a turisti, visitatori e ricercatori."
A conclusione di questo rapido panorama delle risorse d’informazione comunitarie disponibili attraverso la rete Internet, tenendo conto dei centri di interesse potenziali della storia moderna, vorremmo sottolineare la misura in cui Internet sta modificando tutto il processo della comunicazione e della trasmissione dell’informazione, particolarmente in questo caso, per quanto riguarda l’informazione proveniente dalle istituzioni dell’Unione europea. Malgrado una manifesta volontà di comunicazione e trasparenza, sembra però che l’informazione diffusa dall’Unione europea su Internet non lo sia ancora in modo completamente coerente e intellegibile per il ricercatore e lo storico, che devono dunque mantenere la loro metodologia e il loro approccio critico di fronte alle fonti di informazione disponibili su Internet.
Note:
í
"Sicuramente, i criteri tradizionali usati per le fonti dell’informazione stampata sono , dovrebbero e
possono essere usati per valutare l’informazione sperimentata ed acquisita tramite Internet- se si è in
grado di sperimentare e di acquisire quella informazione.(Edmund F. Santa Vicca,The Internet as a
Reference and Research Tool: a model for educators, p. 231, in: Librarians on the Internet: Impact on
Reference Services, ed. Robin Kinder, The Harworth Press, 1994
íí
di Broucker, José: Pratiques de l’information et écritures journalistiques, bruxelles: Ed. del CFPJ,
1995, p. 45
ííí
Floridi, Luciano: Brave.net.World: the Internet as a disinformation superhighway ? , in: The Electronic
Library, vol.14, no. 5. Ottobre 1996, p. 509
ív
La comunicazione intesa come una trasmissione dell’informazione "su dei supporti d’informazione
creati in vista della sua conservazione e della sua comunicazione", Jean Meyriat: Documentologie, in:
Les Sciences de l’Ecrit, Paris: Retz, 1993, p 152
v
Floridi, Luciano: Brave.net.World: the Internet as a disinformation superhighway ? , in: The Electronic
Library, vol.14, no 5, ottobre 1996, pp. 509-510
ví
Si tende piuttosto a parlare di un nuovo "media di gruppo", per indicare che Internet non è ancora
utilizzato e consultato che da una piccola parte della popolazione mondiale, cosa che ne fa più uno
strumento di comunicazione riservato a un’élite, una intelligentia sopranazionale.
víí J. Attali: Les labyrinthes de l’information, in: Le Monde, giovedi 9 novembre 1995, p. 18
vííí Direzione Generale X: "Politica dell’informazione, della comunicazione ..."
íx
cf. Articolo 189 del Trattato che costituisce la Comunità europea, in: Union européenne, Recueil des
des Traités, Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1995, Tomo I, p.
349
x
Durante una conferenza intitolata"Keep ahead with European information", organizzata dall’Istituto
europeo d’Amministrazione Pubblica di Maastricht il 16 novembre 1998, il "Webmaster" del sito Web
Europa faceva a questo proposito un’amalgama tra i documenti disponibili direttamente su
Internet(pagine HTML statiche: tra 350.000 e 400.000) e i documenti accessibili a partire dal sito nelle
basi di documenti (depositi: più di 2.000.000 di documenti).
xí
" Senza essere confidenziali, questi testi, sfuggendo dai circuiti editoriali abituali, sono difficilmente
reperibili e accessibili. Tuttavia, l’originalità e la freschezza delle informazioni che contengono ne fanno
degli elementi indispensabili ...", Dictionnaire encyclopédique de l’information et de la documentation,
Paris: Nathan, 1997, p. 379
xíí
Ricciardi, Maria Luisa e Willem, Marc: L’informazione comunitaria in linea: bianca o grigia ? in:
Bollettino AIB, vol. 36, n. 4, dicembre 1996, pp. 423-435
xííí denominazione esatta di DG
xív
Consigliamo in particolare il motore di I*M Europe(http://www2.echo.lu/search.htlm), che permette
di fare delle ricerche trasversali contemporaneamente su cinque siti Web e il motore del sito
EUROPA(http://www.europa.int/search.htlm)
xv
LAB: Legal Advisory Board for the Information Market, indirizzo:
http://www2.echo.lu/legal/en/labhome.htlm
xví
Il testo completo è disponibile in formato PDF all’indirizzo seguente:
http://www2.echo.lu/dlm/en/proceed.htlm
xvíí Rapporto accessibile all’indirizzo: http://www2.echo.lu/libraries/en/nfp/introd.htlm
xvííí
Abbiamo rilevato per esempio un’iniziativa molto interessante lanciata dalla DG X, inizio 1997, nel
quadro di Archimedia, avente per temi principali: §1 Per una nuova storia del cinema, §2 Il diritto degli
archivi, §3 Lo sfruttamento dei fondi d’immagine, §4 La Restaurazione all’"era delle nuove
tecnologie",§5 Il film di non -fiction: statuto storico, §6 La storia del cinema in programma o il
programma come storia del cinema, §7 Il cinema visto dalle carte". Il programma completo è disponibile
all’indirizzo: http://europa.cu.int/comm/dg10/avpolicy/media/cn/archim/professionels fr.htm
xíx
Le due basi di dati contengono delle informazioni sull’insieme dei prggetti di ricerca finanziati o cofinanziati
dalla Commissione europea e sono accessibili a partire dal sito Web CORDIS:
http://www.cordis.lu/blabla e ...
xx
La descrizione dei proggetti pilota è disponibile
all’indirizzo:http://www2.echo.lu/info2000/en/psi.htlm
xxí http://www2.echo.lu/info2000/en/cuan.htlm
xxíí
Associazione Internazionale per la promozione della cooperazione con gli scienziati dei Nuovi Stati
Indipendenti dell’ex Unione Sovietica.
xxííí http://www2.echo.lu/impact/projects/imm/en/olymp.htlm
xxív http://www2.echo.lu/info2000/en/mm-projects/jewnet.htlm