di Tammy Lau
in Memoria e Ricerca n.s. 17 (2004), p. 259
Internet è indubbiamente uno degli strumenti di informazione più potenti e influenti che esistano. Il suo potere e la sua ubiquità lo fanno sembrare molto più esauriente e affidabile di quanto sia in realtà. Come si riflette tutto questo sui siti web relativi alle esposizioni internazionali europee? In poche parole, tutti gli ammonimenti validi per i siti web lo sono anche per i siti sulle esposizioni. In genere, la maggior parte dei siti europei sulle esposizioni è affidabile poiché proviene da istituzioni accademiche. Tuttavia ciò non implica che siano tutti dello stesso valore in termini di contenuto, autorevolezza, design, navigabilità. Come la vita, contiene un po’ di tutto – “il buono, il brutto e il cattivo”.
Prima di inoltrarci in un’analisi dei siti sulle esposizioni più utili, è innanzitutto importante vedere come gran parte dei ricercatori riesce a trovarli. Data la natura disparata e interdisciplinare della ricerca sulle esposizioni internazionali non è così semplice trovare un motore di ricerca o un sito sulle esposizioni completamente esauriente, semplicemente perché non esiste. L’onnipresente, apparentemente onnisciente motore di ricerca Google™ è un eccellente strumento per reperire molti siti1. Non si dovrebbe però pensare che esso sia in grado di rinvenire qualsiasi sito sulle esposizioni. Google si basa sulla logica che i siti che hanno un maggior numero di link sono più affidabili e quindi risultano i primi nella classifica dei risultati ottenuti. È democratico nel senso che si affida alla classifica per effettuare una selezione dei siti ritenuti meno degni2. In tutta onestà, questo in genere funziona. Ciò non implica che non vi siano informazioni di valore sulle esposizioni nascoste da qualche parte in un sito sconosciuto e poco frequentato (definito “deep Web” dagli esperti). Perlomeno questa è l’argomentazione sostenuta dal concorrente Teoma™. Il miglior consiglio per chiunque cerchi siti sulle esposizioni tra i miliardi di siti Web e terabyte di informazione è quello di provare con diversi motori di ricerca3. Anche se a Google piacerebbe, dall’alto della sua posizione dominante, che tutti lo considerassero la migliore fonte di informazione del mondo, non sarebbe una brutta idea fare un tentativo con un motore di ricerca alternativo, quale Altavista4, che permette la ricerca multi-lingua di documenti e di MP3, di altri file audio, immagini e video clip e fornisce una breve descrizione di ciascun sito trovato. Un’altra fonte per le immagini delle esposizioni è la National Gallery of Art’s Photographic Archives. Vi sono immagini digitali dalle esposizioni5 di Philadelfia del 1876, di Parigi del 1889 e 1900 e di Glasgow del 1901. I motori di ricerca della prima generazione come Yahoo!® e alltheweb.com, entrambi basati sullo stesso meccanismo di indicizzazione, sono molto meno utili in termini di ricerca dei siti sulle esposizioni. Tendono a rilevare i siti commerciali che possono o no avere a che fare con esposizioni internazionali e i siti sulle esposizioni che esso mostra sono marginali, nel migliore dei casi. L’unico vantaggio che alltheweb.com ha rispetto a Google è che si possono ricercare sia file di Microsoft Word sia file pdf (il formato del documento portatile Adobe®) sul Web6. Internet Archive7 è uno strumento usato per cercare argomenti filologici sulle esposizioni in vecchi o estinti siti Web. Iniziato nel 1996, l’obiettivo di Internet Archive è di archiviare e fornire un accesso permanente, libero e aperto a informazioni significative dal punto di vista storico sul Web ed è particolarmente utile nella ricerca di file di video digitali sulle esposizioni.
Un ulteriore metodo per ricercare un certo numero di siti sulle esposizioni è quello di utilizzare un portale verticale. I portali di esposizione consigliati includono “Expolinks”8 e “World’s Fair and Exposition Information and Reference Guide”9, “World Fairs of the 1900’s”10, la sezione delle Risorse di Internet di “International Exibitions, Expositions Universelles and World’s Fairs, 1851-1951: A Bibliography”11 e il sito della fiera mondiale curato dalla California State University, Fresno12. Alcuni di questi, vale a dire, “Expolinks”, la “Information and Reference guide” e “World Fairs of the 1900’s” forniscono collegamenti ipertestuali a sezioni specifiche all’interno del sito. Ad esempio, il sito “World Fairs of 1900’s” si collega a una pagina con i costi comparativi delle diverse esposizioni internazionali che l’utente potrebbe non aver trovato altrimenti, dato che il resto del sito si dedica esclusivamente all’Esposizione panamericana del 1901 a Buffalo, New York13. Tuttavia che vi sia o no un link ad una sezione particolare all’interno di un sito è una cosa casuale e questa è la ragione per la quale non si tratta di un metodo affidabile per la ricerca di informazioni specifiche. Molti siti forniscono solo un link alla pagina principale di un sito sulle esposizioni e affidano allo studioso la ricerca. Inoltre, nessuno di questi portali tenta di valutare la veridicità o l’utilità dei siti che vengono elencati. Questo compito è lasciato al ricercatore. I dannosi e sempre prolifici annunci pubblicitari pop-up che infestano molti siti screditano seriamente il loro valore. Chiaramente il problema deriva da siti ospitati su server commerciali e il ricercatore potrebbe benissimo ignorare questi siti se non fosse per il contenuto che forniscono. Un esempio è il “World’s Fairs and Expositions: Defining America and the World, 1876-1916”14; esso è pieno zeppo di annunci pubblicitari pop-up e altre inserzioni intrusive e tuttavia è il sito che fornisce collegamenti diretti a documenti specifici e originali sulle esposizioni (principalmente dal progetto di digitalizzazione “Making of America” della Cornell University Library15). Sebbene gran parte delle esposizioni incluse in questo sito riguardi fiere mondiali americane, vengono contemplate le Esposizioni universali di Parigi del 1889 e 1900 come pure la partecipazione europea e britannica alle fiere americane. Un altro sito, Gallica, che deriva dalle risorse e dalla indubbia affidabilità della Bibliothèque nationale, fornisce pagine scansionate da documenti originali, sebbene vi sia solo una piccola parte della vasta proprietà della Bibliothèque nationale ed esclusivamente da esposizioni francesi16.
Una considerevole eccezione in mezzo alle cose prive di valore è “La Page Francophone des Expositions Universelles”17 di Jacques Bertrand. Giudicando dall’URL, è evidente che Bertrand sia canadese e sembra abbia a che fare con l’Università del Quèbec. Il suo sito, che comprende tutte le esposizioni internazionali dal 1851 ad oggi come pure le esposizioni nazionali e specializzate, fornisce molte informazioni attendibili presentate in modo efficace. Diversamente da molti altri siti, non cerca semplicemente di collegare altri siti o notizie in forma digitale da altre risorse; fornisce un proprio contenuto e descrizioni generali delle diverse esposizioni, brevi saggi su temi specifici come l’architettura delle esposizioni e gli aspetti più interessanti, oltre a quelli di statistica e ai “principi” dell’esposizione. Il sito si distingue anche perché è in francese, uno dei pochi siti non inglesi su varie esposizioni a livello mondiale. La maggior parte degli altri siti non in inglese si concentra esclusivamente su esposizioni concernenti i rispettivi paesi, sebbene alcuni siano unicamente in inglese, come «The Paris Exhibitions – Exposition Universelle de Paris»18di Andy Robertson e «Spectacular Ideology: Parisian Exposition Universelles and the Formation of National Cultural Identity, 1855-1937»19di Michael J. West.
Gran parte dei siti espositivi si concentra su una singola esposizione con eccezioni di scarso valore. “archInform” è un sito che si occupa esclusivamente della struttura di esposizioni selezionate dal 1851 al 200020. Esso fornisce informazioni dettagliate su specifiche strutture espositive e allo stesso tempo un elenco di indicazioni pertinenti. Gli altri siti generali offrono sintesi di raccolte di ricerca o sono bibliografie di materiali sulle esposizioni. Il sito Smithsoniano fornisce una breve descrizione della vasta collezione di fiere del mondo da Londra 1851 a Vancouver 1986, includendo la collezione World’s Fair di Larry Zim e più di 2.000 fonti primarie dalle esposizioni dal 1834 al 1916 che furono microfilmate in 174 bobine21. Il Canadian Centre for Architecture ha una collezione con materiali dalle esposizioni che iniziano con la mostra di Parigi del 1844 e arrivano all’Expo 2000 di Hannover22. Qui l’informazione si riduce fondamentalmente all’elenco delle esposizioni rappresentate nella collezione, ma esso almeno avverte i ricercatori dell’esistenza di materiali pertinenti. Il Wolfsonian Museum at Florida International University a Miami possiede una collezione di materiali e oggetti prodotti o esposti alle fiere del mondo e alle esposizioni fin dal 1851, una parte della più ampia Collection of Decorative and Propaganda Arts di Mitchell Wolfson23. “International Exhibitions, Expositions Universelles and World’s Fairs, 1851-1951: A Bibliography” è una bibliografia completa online di risorse secondarie aggiornate e accresciute in modo incessante da Alexander C.T. Geppert e Jean Coffey24. La “Literaturliste der UB Heidelberg zur Geschichte de Weltausstellungen”, creata dalla biblioteca universitaria alla Ruprecht-Karls-Universität di Heidelberg, è una bibliografia che comprende esposizioni da Londra 1851 ad Hannover 2000, comprensiva di uno specifico numero di chiamata per ogni voce25. La Smithsoniana “Revising World’s Fairs and International Expositions: A Selected Bibliography, 1992-1999”26 è una bibliografia commentata che completa “World’s Fairs and International Expositions: Selected References 1987-1993 ” di Bridget Burke27. Essa si concentra su materiali secondari pubblicati tra il 1992 e il 1999 e include argomenti precedenti al 1992 omessi involontariamente nella precedente bibliografia.
I migliori siti Web sulle esposizioni individuali in Europa nei secoli diciannovesimo e ventesimo sono descritti di seguito in ordine cronologico. Gran parte, ma non tutti i creatori di siti Web, sono ricercatori che lavorano all’università. La Great Exhibition of the Works of Industry of All Nations di Londra, nel 1851, essendo la prima esposizione internazionale, ha suscitato l’attenzione di molti studiosi. “The Crystal Palace, or The Great Exhibition of 1851: An Overview” di George P. Landow, fornisce un elenco di opere letterarie contemporanee alla mostra (tratte da una dissertazione del 1978) e saggi su aspetti diversi presenti alla Grande Esposizione come l’architettura di Moorish e il marchingegno “Tempest Prognosticator”28. “Welcome to [the] Great Exhibition of Industries of all Nations, from May 1st to October 15th 1851” è un sito estremamente accurato e ben organizzato dell’Università di Trier sull’Esposizione del 1851, ricco di informazioni filologiche29. Organizzato come un libro in quattro capitoli (“Crystal Palace”, “The World on Display”, “Space, Time, Architecture” e “Reactions”) con sotto-sezioni su temi specifici, il sito è disponibile in tedesco e in inglese, e prossimamente in francese. “The Great Exhibition of 1851” di Bob Speel è un saggio scritto presumibilmente da Speel, che possiede una profonda conoscenza e un avido interesse per l’arte britannica del diciannovesimo secolo30. Il saggio presenta delle immagini (che possono essere ingrandite) di elementi ed oggetti architettonici dell’esposizione, con informazioni aggiuntive e occasionali su un artigiano o un architetto. Vi sono anche due descrizioni di collezioni che si occupano esclusivamente dell’Esposizione del 1851. La University of Reading Library fornisce una breve discussione della Great Exhibition del 1851 con una descrizione della collezione acquistata da Charles Hasler nel 1966, un designer grafico che lavorò per il Festival della Gran Bretagna del 195131. La National Art Library di Londra possiede una descrizione di una delle più complete collezioni di materiale pubblicato dalla Grande Esposizione del 1851 poiché raccolto da Charles Wentworth Dilke (1810-1869), un membro del Comitato Esecutivo che organizzò la manifestazione32. Il sito include non solo una serie di collezioni, raccolte al Victoria and Albert Museum e altrove ma anche una bibliografia selezionata. L’Ausstellung-Gewerbe o l’Ausstellung-Kolonial a Berlino del 1896 è l’esposizione presente nel sito di Jens Dengler33. Disponibile sia in tedesco che in inglese, l’unico sito sull’esposizione tedesca descrive ciò che Dengler stesso spiega dovrebbe essere più propriamente tradotto come una esposizione commerciale o industriale, sebbene egli continui a dire che la natura di questa esposizione sia quella di un’autentica esposizione internazionale. Il sito fornisce la descrizione dell’esposizione come pure alcune cartoline in forma digitale, un manifesto e una fotografia di una struttura espositiva ancora esistente.
“The 1902 Exhibit” di Walter Gamba sull’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna è un sito sviluppato da un progetto sull’Art Nouveau a Torino che offre una rassegna dell’esposizione, una descrizione degli atri costruiti per strutture espositive vicino al fiume Po e immagini sia di interni che di esterni di alcuni padiglioni34. “Exposition Universelle de Bruxelles 1910” di Xavier Languy è un sito costruito attorno alla collezione privata di cartoline di Languy, sebbene essa comprenda anche medaglie, francobolli, souvenir, manifesti, sculture e una bibliografia35. Per quanto destinata con tutta evidenza principalmente a collezionisti, essa potrebbe essere utile ad un ricercatore, specialmente poiché questo è l’unico sito Web che esiste per questa esposizione. Arthur Chandler, chair at Humanities Department a San Francisco, fornisce copie digitali di articoli che ha scritto sull’Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne svoltasi a Parigi, nel 1925, tratte dalla rivista World’s Fair (© World’s Fair Inc.)36. Anche Chandler ha una copia del suo saggio sull’esposizione di Parigi del 1931, “Empire of the Republic: The Exposition Coloniale Internationale de Paris, 1931” disponibile su un sito separato37.
Gli ultimi due siti consigliati provengono dal Belgio, dal Department of Architecture and Urbanism dell’University di Ghent. Entrambi sono tecnologicamente avanzati con molte caratteristiche interattive. Il sito “The Universal and International World’s Fair of Brussels, 1935”38 deriva dal progetto di ricerca di uno studente e offre un viaggio virtuale della fiera, una mappa interattiva dei luoghi collegati alle fotografie di alcune aree ed edifici e brevi saggi e bibliografie selezionate, concentrate su argomenti specifici come “A blasphemy or a lesson in art history? – The Pavillon de la Vie Catholique”. “Universal Exhibition Brussels 1958”39 è un sito interattivo, ultra-moderno/postmoderno che usa la tecnologia d’avanguardia (per visualizzarlo è necessario un plug-in). Iniziato nel 2000, l’obiettivo del sito è quello di fornire ai ricercatori ed ad altri utenti un luogo per condividere le loro conoscenze sulla mostra del 1958. Esso fornisce anche un insieme di informazioni relative alla ricerca, che includono il ministero Belga degli Affari Economici, due archivi privati e collezioni private.
Il World Wide Web apre ai ricercatori una finestra all’interno delle numerose informazioni disponibili. Esso opera molto bene nel favorire l’accesso a documenti specifici e materiali visivi che non si possono trovare diversamente. La consapevolezza realistica che soltanto una parte delle risorse esistenti sarà mai disponibile elettronicamente (per non menzionare l’instabilità intrinseca del Web e i siti che capricciosamente vanno e vengono) significa che le risorse sul Web non prenderanno mai il posto di tangibili fonti cartacee. Nessuno può negare che Internet fornisce quantità di informazioni senza precedenti, di straordinario valore e utilità. Tuttavia, vi sono ancora assai più risorse cartacee che in formato elettronico e nel mondo della ricerca seria il Web è, nel migliore dei casi, un luogo di partenza, uno strumento complementare. Internet è una risorsa dalle proporzioni epiche ma esso fornisce solo una parte della storia – un frammento “del buono, del brutto e del cattivo”.
Collezioni di ricerca*
Smithsonian Institution Libraries: link
Library of Congress, American Memory Project: link
Canadian Centre for Architecture. Special Collections: link
The Wolfsonian, Florida International University, Miami: link
University of Reading Library, Great Exhibition Collection: link
Gallica, La bibliothèque numérique (Bibliothèque nationale de France): link
National Gallery of Art (photographs): link
National Art Library, Victoria and Albert Museum: link
Architettura
archINFORM: link
Bibliografie
Geppert, Alexander C. T. and Jean Coffey: “International Exhibitions, Expositions Universelles and World’s Fairs, 1851-1951: A Bibliography”: link or link
Ruprecht-Karls-Universität Heidelberg: Germany Literaturliste der UB Heidelberg zur Geschichte de Weltausstellungen: link
Smithsonian Institution Libraries: “Revisiting World’s Fairs and International Expositions: A Selected Bibliography, 1992-1999”: link
Belgio
Languy, Xavier: Exposition Universelle de Bruxelles 1910: link
De Kooning, Mil, Johan Lagae and Jef Vervoot (Department of Architecture and Urbanism, University of Ghent): The Universal and International World’s Fair of Brussels , 1935: link
Bekaert, Jeroen (Department of Architecture and Urban Development at the University of Ghent): Universal Exhibition Brussels 1958: link
Francia
Robertson, Andy: The Paris Exhibitions - Exposition Universelle de Paris: link
West, Michael J.: Spectacular Ideology: The Parisian Expositions Universelles and the Formation of National Cultural Identity, 1855-1937: link
Chandler, Arthur: Virtual Visit to the 1925 Paris Exposition Des Arts Décoratifs: link
Chandler , Arthur: “Empire of the Republic: The Exposition Coloniale Internationale de Paris, 1931”: link - link
Germania
Dengler, Jens: Die Berliner Gewerbeausstellung von 1896: link
Italia
Gamba, Walter: The 1902 Exhibit [Torino]: link
Regno Unito
Landow, George P.: The Crystal Palace, or The Great Exhibition of 1851: An Overview: link
Nicolai, Bernd et al., Universität Trier: Welcome to [the] Great Exhibition of Industries of all Nations, from May 1st to October 15th 1851: link
Speel, Bob: The Great Exhibition of 1851: link
Traduzione dall’inglese di Barbara Bonifazi
1 Per un recente articolo su Google, vedi S. Levy, All Eyes on Google, in «Newsweek», 29 marzo 2004, p. 48. Un articolo in seorank.com fornisce consigli sulla ricerca avanzata in Google (vedi link ).
2 Si dovrebbe notare che i risultati su Google possono essere manipolati e artificialmente alterati da persone che deliberatamente creano dei link a un sito specifico per far sì che questo risulti in cima alla lista di Google. Comunque, probabilmente ciò non avviene con i siti web accademici/informativi come accade invece per i siti commerciali.
3 I motori di ricerca in via di sviluppo sono trattati in B. Stone, Little Engines that Could, in «Newsweek», 29 marzo 2004, p. 59.
4 http://www.altavista.com - La ricerca multi-lingua, multi-formato è la più grande affermazione della popolarità di Altavista.
5 http://www.nga.gov/resources/expositions.htm
6 “Search Adobe PDF Online” at http://searchpdf.adobe.com è un ulteriore strumento per accedere ai file pdf sul Web.
8 http://expolinks.expoarchive.com/
9 http://expolinks.expoarchive.com/ Comprende l’elenco di tutte le esposizioni, persino quelle che precedono la Great Exhibition del 1851.
10 http://www.steviestv.com/World_Fairs_1900s.html
12 link
13 link
14 http://www.boondocksnet.com/expos/
15 http://library5.library.cornell.edu/moa/ - “Making of America” fornisce l’accesso alle pagine digitali (come esse sono negli originali) tratte da più di 100.000 giornali e 267 libri datati a partire dal diciannovesimo secolo. Esso è del tutto accessibile, fino alla pagina specifica all’interno di un documento.
16 http://gallica.bnf.fr - I documenti scansionati sono presentati come file pdf con l’indice degli argomenti per la navigabilità e un meccanismo per la parola di ricerca. Nel caso dei documenti originali, tuttavia, la chiarezza delle immagini scansionate è dovuta allo stato di quella originale (e dello scanner).
17 http://netrover.com/~berta/pagexpo.html
18 http://www.photoart.plus.com/expos/ - Questo sito fornisce una visione e alcune statistiche dalle esposizioni di Parigi dal 1867 al 1937.
19 link - West è un professore francese all’Università di Carnegie Mellon (Pittsburgh, Pennsylvania) che ha rappresentato in forma digitale e resi disponibili tre capitoli del suo lavoro in corso, Spectacular Ideology: The Parisian Expositions Universelles and the Formation of National Cultural Identity, 1855-1937, completo di note a margine.
20 http://www.archinform.net/stich/1963.htm?ID=FNFOPZC99vlUJvGy
21 http://www.sil.si.edu/libraries/Dibner/collections.htm . Cartiglio delle Fiere del Mondo.
22 http://www.cca.qc.ca/pages/Niveau3.asp?page=special
23 http://www.wolfsonian.fiu.edu/collections/c6/index.html
24 Questa bibliografia è disponibile su due differenti siti Web: link o link . Una in California come file pdf e una in Germania come file HTML.
25 http://www.ub.uni-heidelberg.de/allg/benutzung/bereiche/EXPO2000.html
26 http://www.sil.si.edu/silpublications/worlds-fairs-2000.htm
27 Pubblicato in Fair Representations: World’s Fairs and the Modern World, a cura di R. Rydell e N. Gwinn, Amsterdam, VU University Press, 1994.
28 http://www.victorianweb.org/history/1851/1851ov.html
29 http://www.uni-trier.de/uni/fb3/kunstgeschichte/nicolai/html/home.htm
30 http://www.speel.demon.co.uk/other/grtexhib.htm
31 http://www.library.rdg.ac.uk/colls/special/greatexhibit.html
32 http://www.nal.vam.ac.uk/projects/1851.html
33 http://www.surveyor.in-berlin.de/1896/GewerbeAusstellung1896.html
34 http://www.1902.info/engine/template/InfoScreen.vm
35 http://users.skynet.be/funcard/expo1910.html
36 http://www.retropolis.net/exposition/
37 http://130.212.41.61/PEF/1931a.html Pubblicato anche in «World’s Fair», 8, n. 4, 1988, pp. 15-20.
38 http://arch.rug.ac.be/expo35/
39 http://arch.rug.ac.be/expo58/
* Questa parte riporta soltanto i siti web sulle esposizioni internazionali che si sono svolte in Europa dall’Ottocento alla metà del Novecento, quando la natura e lo scopo delle esposizioni internazionali cambiarono completamente. Vi sono numerosi siti sulle fiere del mondo americano nello stesso periodo che molto probabilmente offrono informazioni sulla partecipazione di paesi da tutto il mondo; ma non è questo l’obiettivo primario di questo contributo.