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Risorse elettroniche e telematiche per gli studi di Storia moderna

di Guido Abbattista
in Memoria e Ricerca n.s. 6 (2000), p. 177


«Hay que advertir que la Edad Moderna es la pariente pobre de la red, pues es la época histórica sobre la que menos se ha editado hasta el momento, exceptuando temas como la conquista y colonización americanas». Così l’autrice di una recente rassegna di fonti di informazione telematiche sull’epoca di Carlo v messa in rete nel mese di maggio 2000 1. L’affermazione appare francamente eccessiva. A chi cerchi di ricapitolare lo stato delle risorse di rete per gli studi storico-modernistici risulterà infatti chiaro che il principale problema riscontrabile per la storia moderna non è poi diverso rispetto agli altri campi di studi storici. Sono problemi di discontinuità quelli che si riscontrano: di vuoti, di occasionalità, di diseguale distribuzione geografica, e soprattutto problemi di qualità, assai più che di mera quantità di materiali disponibili. Potrebbe, del resto, essere diversamente a pochi anni dall’avvio di quell’imponente processo di creazione di risorse telematiche per la ricerca e lo studio della storia che, come per il resto della rete, ha appena cominciato a cambiare il volto della comunicazione accademica e scientifica?

 

Bisogna comunque tenere conto che la produzione di materiali di qualità non si può improvvisare, che la realizzazione di collezioni di fonti documentarie, letterarie, iconografiche, cartografiche, didattiche richiede una paziente applicazione. Dire che la rete consente velocità laddove l’editoria tradizionale è tardigrada può essere accettabile solo con riferimento al segmento finale della comunicazione, non certo a quelli iniziali, che richiedono assolutamente il medesimo grado di accuratezza e scrupolo filologico propri di un editore e tipografo umanista. Se perciò per settori di ricerca e studio come la medievistica l’apparenza suggerisce maggiore abbondanza di risorse, ciò non significa affatto che tali risorse presentino un livello qualitativo accettabile uniforme; e se una ricognizione superficiale può far pensare a una massiccia presenza di materiali per gli studi storici contemporaneistici, non di rado l’analisi ravvicinata rivela povertà di contenuti, inaffidabilità e mancanza di rigore. Talvolta, il maggior richiamo esercitato sul grande pubblico da temi ed epoche storiche particolari apre spazi d’azione di cui dilettanti o volenterosi approfittano in buona fede, ma senza la necessaria preparazione. Cosicché la moltiplicazione di siti amatoriali produce una ricchezza solo apparente.

Ciò premesso, qual è la reale situazione di disponibilità di risorse per gli studi storici modernistici? Non è naturalmente semplice e forse neppure possibile fare un bilancio generale. Sarebbe necessario distinguere tra singoli ambiti disciplinari, tra sezioni cronologiche dell’età moderna, tra gruppi di temi e problemi. Certo, per l’età moderna, e sempre più man mano che si procede in avanti nel tempo, si verifica un oggettivo arricchimento tipologico delle fonti storiche che tende a complicare e a rendere più articolato il lavoro di creazione di risorse telematiche. Basti pensare, per esempio, alla proliferazione, sia quantitativa sia in varietà, delle fonti a stampa. Che queste siano di argomento politico, amministrativo, storiografico, letterario, religioso, che appartengano alla sfera della comunicazione “alta” o a quella dell’informazione popolare o giornalistica, che provengano dall’attività di singoli autori, delle burocrazie statali o dei tribunali, evidentemente la “rivoluzione inavvertita” continua a far sentire i suoi effetti, offrendo una vastissima gamma di materiali alle cure di chi intenda predisporre in rete risorse per la ricerca, lo studio, l’insegnamento.

 

Posto che non interessa qui richiamare l’esistenza in rete o su cd-rom di strumenti di ricerca bibliografica che hanno un interesse generale o professionale per i bibliotecari – i cataloghi informatizzati di biblioteche e archivi, i cataloghi commerciali, le bibliografie nazionali o disciplinari, gli indici di letteratura periodica, i dizionari biografici – potrà invece essere opportuno menzionare certe risorse bibliografiche specialistiche. Si tratta di prodotti su supporto ottico utilizzabili anche in rete locale, caratterizzati da un costo iniziale elevato e destinati non tanto al singolo utente, quanto alle biblioteche. Di interesse particolare per gli studi modernistici sono ad esempio repertori bibliografici retrospettivi come la English Bibliography 15th Century to 1901, la Italian Bibliography 1500 to 1997, insieme alle analoghe Spanish Bibliography e French Bibliography, il Bayerisch Staatsbibliothek Catalog 1501-1840, l’English Short Title Catalogue 1473-1800, tutti editi da K. G. Saur Verlag; The Bodleian Library: pre-1920 Catalogue of Printed Books (Oxford University Press), The Illustrated Incunabula Short Title Catalogue on cd-rom e il British Library Map Catalogue on cd-rom, entrambi pubblicati da Primary source media, il Wing Short Title Catalogue, 1641-1700 on cd-rom relativo a materiale a stampa, periodici esclusi, apparso in Inghilterra, Scozia, Irlanda, Galles e America anglofona ed edito da Chadwyck-Healey per la Modern Language Association, il Novum Regestum. Catálogo Colectivo de Fondo antiguo, siglos xv-xix de la Asociación de Bibliotecas Nacionales de Iberoamérica (Biblioteca Nacional de Espa­­ña-Chadwyck-Healey); e infine il Getty Provenance Index Cumulative Edition on cd-rom, particolarmente interessante per la storia del collezionismo artistico in Europa tra Seicento e Novecento.

 

In una prospettiva interdisciplinare lo storico modernista dovrà poi tenere presenti strumenti particolarmente raffinati come i database testuali. A questo genere appartengono il Corpus des Oeuvres de Philosophie en Langue Française (Chadwick-Healey), il Dictionnaire des Œuvres Littéraires de Langue Française (Liris interactive, Bordas), l’Eighteenth-Century Fiction, The English Poetry Full-Text Database, The English Prose Drama: the Full-Text Database, nonché, infine, l’Acta Sanctorum (Chadwyck-Healey). Tra questi database testuali vanno particolarmente ricordate le raccolte elettroniche di opere di singoli autori della prima e della tarda età moderna: le opere complete di Giordano Bruno (Lexis, Progetti editoriali), il Goethes Werke auf cd-rom (Chadwyck-Healey), Voltaire électronique (Chadwyck-Healey), The English Works of Tho­mas Hobbes (Intelex Corporation), Philosophical Works and Selected Correspondence of John Locke (Intelex Corporation), le Opere complete di Pico della Mirandola (Lexis), John Calvin Works and Correspondence (Intelex Corporation), Complete Works and Correspondence of David Hume (In­telex Corporation), Kants Gesammelte Schriften (Word Cruncher View), Schellings Sämmtliche Werke (Total Verlag), The Works of George Berkeley, Bishop of Cloyne (Intelex Corporation), le raccolte, tutte edite da Intelex Corporation, Locke-Berkeley-Hume, Political Philosophy: Machiavelli to Mill, The Utilitarians, Sermon of Martin Luther, Economics: Smith to Mill. A questo stesso genere di biblioteca elettronica tematica appartiene anche la grande raccolta di opere a testo integrale di storici della Rivoluzione francese, pubblicata, col titolo La Révolution et l’Empire vus par les historiens du xixème siècle, da Le Catalogue des Lettres-Bibliopolis Chadwyck-Healey France. Il quadro risulterà ancora più ricco se teniamo conto dell’esistenza di edizioni elettroniche di grandi opere di consultazione, come la Encyclopaedia of Islam on cd-rom e l’Encyclopaedia Judaica on cd-rom entrambe edite da E. J. Brill, di altre raccolte documentarie, come quelle relative alla storia della Chiesa e del Cristianesimo, Cetedoc Library of Christian Latin Texts on cd-rom (Brepols Publishers) e Le Encicliche e i principali documenti pontifici (Unitelm-Libreria editrice Vaticana) e infine di uno strumento di particolare interesse come Academia Italica, contenente lo spoglio di periodici eruditi e atti accademici pubblicati in area italiana nel secolo xvii. Né le raccolte di fonti su cd-rom si limitano al materiale a carattere letterario o testuale. Basti pensare ad esempio a raccolte di dati seriali come le Historical Statistics of the United States on cd-rom: Colonial Times to 1970 – Bicentennial Edition, prodotto dall’us Bureau of Census e pubblicato dalla Cambridge University Press, o a complessi database economici, biografici, sociologici e bibliografici come l’Atlantic Slave Trade: a Database on cd-rom (a cura di David Eltis, Cambridge University Press), e la History of Parliament on cd-rom (Cambridge University Press), trasposizione su supporto elettronico dei 23 volumi della celebre impresa avviata da Lewis Namier per l’History of Parliament Trust e realizzata tra il 1965 e il 1992; la Medieval and Early Modern Databank, a cura di Peter Spufford per Cambridge University Press; l’Historische Demogra­phie, curata da Arthur E. Imhof per K. G. Saur, opera a carattere introduttivo, metodologico, bibliografico, ma anche con una ricca collezione di dati seriali; e infine l’Ame­rican Journey (Gale Group), una serie di monografie multimediali di storia americana realizzate da specialisti e destinate all’uso universitario.

Questa mera elencazione di alcuni dei principali prodotti elettronici esistenti sul mercato – prodotti accomunati da elevata qualità editoriale e da alto grado di raffinatezza tecnologica (grazie ad appositi software di archiviazione e interrogazione dei testi o trattamento dei dati) – già consente di rendersi conto di quanto ampiamente il lavoro dello storico modernista possa fare affidamento su strumenti di ricerca e su raccolte di fonti testuali, documentarie e seriali informatizzate e tali quindi da consentire forme di accesso, procedure di analisi e operazioni enormemente facilitate. Fin qui, però, ci siamo soffermati sui particolari prodotti realizzati e distribuiti da editori nell’ambito di un’attività che si è certamente rinnovata grazie alle nuove tecnologie, ma che continua a fare affidamento, in sostanza, sul tradizionale circuito distributivo, nonostante la possibilità di utilizzi e consultazioni in rete locale o anche da postazioni remote modifichi profondamente le condizioni di utenza.

Un panorama più articolato presenta la rete, innanzitutto per il rapporto radicalmente diverso che essa consente di stabilire tra il produttore, le procedure di distribuzione e il pubblico. La rete apre di fatto possibilità di comunicazione diretta tra il ricercatore e l’utilizzatore delle risorse e dischiude prospettive nuove dal punto di vista sia della progettualità sia della natura degli oggetti da comunicare, ossia del discorso storiografico. Essa si pone dunque come la sede vera della sperimentazione e il luogo nel quale appaiono verificabili le potenzialità innovative sul piano del metodo, della lingua, dei contenuti nonché della sociologia della ricerca.

Anche per il settore storico modernistico le aree cruciali di produzione di risorse telematiche sono costituite essenzialmente dalle biblioteche digitali di testi e fonti, dalle banche dati testuali, cartografiche e iconografiche, dagli archivi e dalle metafonti – termine col quale si vogliono indicare quegli oggetti complessi della rete che riassumono in sé i caratteri della biblioteca digitale o virtuale di fonti, della biblioteca virtuale (o repertorio di links), della risorsa multimediale, della rivista elettronica, del repertorio bibliografico in linea, dello strumento di comunicazione con la comunità scientifica, della saggistica storiografica e, infine, del deposito di materiali eterogenei a uso didattico. Certo, in generale si può dire che sussiste una prevalenza di materiali relativi alla storia dei paesi anglofoni, soprattutto degli Stati Uniti d’America, e comunque di materiali in lingua inglese o tradotti in lingua inglese ove l’originale sia in altra lingua. Non sarebbe tuttavia rispondente alla realtà un quadro che non lasciasse emergere la notevole ricchezza esistente in termini cronologici, tematici e geografici per lo studio della storia moderna. Lo dimostra anche una semplice visita superficiale al sito di H-Net, Humanities and Social Sciences online 2 dove sono accessibili tutte le principali liste di discussione di argomento storico-umanistico e dove è possibile avere una percezione immediata di quanto ampia sia la presenza in rete dei settori di ricerca storica e quanto varia la tipologia di risorse disponibili.

 

Naturalmente, anche per la modernistica uno dei problemi-chiave è costituito dalle metodologie di ricerca in rete. E a questo proposito sono i motori di ricerca d’area a rivelarsi di grande utilità. Come è noto, tra i primi ad essere realizzati e a funzionare con un notevole grado di efficienza vi sono stati quelli per l’antichistica e la medievistica (Argos), e per gli studi filosofici (Hippias). Per gli studi storici moderni e contemporanei esiste una molteplicità di guide selettive, ma non ancora un motore di ricerca dedicato: il consorzio italiano La Storia 3 ne sta mettendo a punto uno che, quando sarà in piena efficienza, potrà probabilmente colmare questa lacuna. In attesa di questo, i repertori generali di siti a carattere storico (ad esempio, il più completo: WWW-VL-History Index-University of Kansas 4, oppure Academic Info Modern European History 5, Virtual Library Geschichte-Neuzeit 6, Virtual Library History-Early Modern History 7, nonché guide a stampa come la ben nota History Highway 2000, a cura di D. A. Trinkle e S. A. Merriman, M. E. Sharpe, New York 2000) continueranno ad essere la guida migliore per conoscere in tutta la sua ricchezza il patrimonio di materiali telematici relativi alla storia moderna. Lo stesso può dirsi per le riviste elettroniche. La migliore guida alle riviste storiche in rete, The History Journals Guide 8, consente di identificare alcuni periodici nuovi o preesistenti, ma trasferiti in rete, di rilievo per la storia moderna, in particolare Cromohs-Cyber Review of Modern Historiography 9, una delle prime nate espressamente per la rete e che dimostra tuttavia quanto poco le vecchie definizioni siano adatte ai nuovi oggetti: in questo caso siamo di fronte a una rivista che agisce anche da editore di fonti storiografiche, da agente d’informazione e di promozione, da strumento sussidiario per la ricerca, con le sue bibliografie annuali prossimamente trasferite in modalità banca dati ricercabile.

Uno sguardo che ambisca a restituire un’immagine sufficientemente completa consente di individuare alcune risorse di importanza primaria e di vedere in quali settori queste si concentrano. Intanto, il mondo degli archivi ha una sua considerevole presenza, in modo particolare per quanto concerne proprio la ricerca storica modernistica. Vale la pena citare, come indispensabili punti di riferimento per il modernista, Arc Base-Annuaire des Services d’Archives en France 10; l’olandese De Rijksarchiefdienst 11; il sito americano National Archives and Record Administration 12; il britannico Public Record Office 13; per l’Italia Archivi. Sistema archivistico nazionale 14; e in particolare, dato il suo carattere decisamente avanzato, il sito dell’Archivio di Stato di Torino 15; la Farnesina. Archivio storico-diplomatico 16; inoltre, per aspetti e problemi specifici Libri di Famiglia 17, e soprattutto il notevolissimo archivio, con riproduzioni integrali dei materiali facenti parte del fondo documentario, map, Mediceo avanti il principato 18.

Ancora a fonti primarie non letterarie o a stampa, bensì documentarie, quantitative e seriali sono consacrati progetti che ben dimostrano l’esigenza avvertita nel mondo della ricerca di costituire depositi centralizzati e standardizzati, quali, per la Gran Bretagna, il Great Britain Historical Database 19, parte del più ampio History Data Service 20; il Norwegian Historical Data Center 21; e la raccolta di database costituita presso il Netherlands Institute for Scientific Information Services 22.

La storia politica e istituzionale dell’Europa moderna, in generale, può avvalersi di collezioni di documenti di notevole valore e ricchezza, come quelli offerti da EuroDocs Western European Primary Historical Documents 23 e dall’Internet Archive of Texts and Documents 24. Ma è soprattutto nell’area dell’edizione elettronica di fonti a stampa che le maggiori risorse tendono a raggrupparsi secondo criteri tematici, cronologici o per singolo autore. Alcune collezioni si distinguono in modo particolare per ricchezza e affidabilità dell’edizione: Gallica 25 per la cultura francese tra Settecento e Ottocento, Liberty Library of Constitutional Classics 26 per la storia del pensiero politico e costituzionale, la biblioteca del chpe-Centre d’Histoire de la pensée économique 27 per la letteratura economica tra Cinquecento e Novecento, Renascence Editions. Works Printed in English, 1477-1799 28, Eliohs-Electronic Library of Historiography 29 per la tradizione storiografica occidentale tra Cinquecento e Novecento, l’Avalon Project per la storia del diritto 30. Anche la storia del pensiero politico moderno è ben rappresentata da considerevoli patrimoni testuali, come quelli di Anarchist Archives 31, contenenti opere integrali dei maggiori rappresentanti del pensiero anarchico da William Godwin in poi. Altre collezioni di testi politici e filosofico-politici si trovano presso Marxist Internet Archives 32; Historians and Philosophers. A Collated Web Index. Modern Period, Part 1 (1750-1950) 33; In the Liberal Tradition: A Classical Liberal Hall of Fame 34; Modern Political Theory 35; la Secular Web Library 36. Le risorse per la storia del pensiero politico, della filosofia e delle idee in età moderna possono inoltre trovarsi in numerosi siti consacrati a singoli autori e che si presentano come veri e propri depositi di materiali che vanno dai testi integrali delle opere alla saggistica, alle bibliografie analitiche e critiche, alle iniziative convegnistiche o editoriali. Così, per esempio, sono da menzionare The Pierre Bayle Home Page 37, la Bentham Project Home Page 38, con il collegato Jeremy Bentham on the Net 39; l’Edmund Burke Discussion Deck 40; i due siti su Benjamin Disraeli (1804-81) 41, e Robert Peel 42; poi, ancora, The Galileo Project Homepage 43 e le Machiavelli Online Resources 44; la Giambattista Vico Home Page 45; le Resources on Antonio Gramsci 46; l’ottimo sito The Hume Archives 47; e poi, per la storia dell’età della rivoluzione americana, Thomas Jefferson Papers, Library of Congress 48, la Thomas Paine National Historical Association 49 e il James Madison Center 50. E, ancora, Kant on the Web 51; e siti monografici su John Locke 52, Tocqueville 53, Voltaire 54, John Wesley 55. L’e­len­­cazione potrebbe proseguire a piacere, senza peraltro esau­rire la varietà di materiali esistenti, che comunque non interessa qui repertoriare in modo completo, ma solo richiamare come esempi di risorse accessibili.

Ogni sezione della storia moderna, ogni ambito problematico maggiore e ciascuna delle principali aree geografiche e nazionali appaiono di fatto coperti da iniziative e progetti in linea dei diversi generi che abbiamo finora visto. Particolarmente ricchi di risorse si presentano ambiti particolari, come la storia dell’età rinascimentale, della riforma protestante e delle confessioni e movimenti religiosi da questa scaturiti, con portali specialistici, biblioteche di testi, materiali di tipo didattico e manualistico 56; la storia culturale e letteraria del secolo xviii 57; l’età delle scoperte e dell’espansione coloniale europea nelle Americhe e in Asia 58; la storia asiatica 59 e naturalmente la storia dei principali paesi dell’Occidente europeo e dell’America del Nord. Per illustrare la situazione delle risorse disponibili per la modernistica relativamente a ciascun paese europeo sarebbe necessario effettuare una serie di analisi particolareggiate, che non sono possibili in questa sede: a titolo esemplificativo si può tuttavia rimandare all’articolo di Ignacio Lopez Martin sulle risorse per la storia di Spagna apparso su un precedente numero di “Memoria e Ricerca” 60, oppure al già citato recentissimo saggio online di Ana María Carabias Torres, su Fuentes de Información sobre Carlos v y su época en Internet 61, nonché ad alcuni siti di carattere generale relativi alla storia moderna di altri paesi europei 62. L’area che complessivamente sembra presentare una maggiore ricchezza di materiali è tuttavia, come si è già accennato, quella relativa alla storia nordamericana 63, per la quale la disponibilità di raccolte di fonti documentarie, letterarie, storiografiche, iconografiche, cartografiche e multimediali è veramente impressionante, così come assai avanzate sono le esperienze di realizzazione di progetti complessi tendenti all’elaborazione di metafonti e di forme storiografiche espressamente concepite per la rete, come nel caso dei progetti American Memory, The Making of America Project e American Social History Project 64. Sempre in relazione a questo settore da notare è anche la buona presenza di materiali non solo sugli aspetti più tradizionali e, per così dire, istituzionali e “dominanti” della ricerca, ma anche quelli appartenenti ad ambiti disciplinari relativamente più recenti, come la storia afro-americana o i “gender” e “women studies” 65. Sul piano specificamente didattico, una menzione a parte merita il sito contenente la più ricca e articolata collezione di fonti antologizzate (e perlopiù in lingua inglese) per gli studi storici moderni in una prospettiva decisamente storico-universale: ci riferiamo alla sezione moderna dell’Internet History Sourcebook 66, curato da Paul Halsall presso la Fordham University.

Come osservazioni conclusive, può valere la pena richiamare almeno due elementi. Il primo è costituito dall’abbondanza di materiali, sia di tipo didattico sia sotto forma di raccolte di fonti, relativi alla storia non europea. Ciò può essere riconducibile sia all’esistenza, in un ambito accademico come quello anglo-americano, di orizzonti storiografici decisamente ampliati in direzione della storia asiatica rispetto alla situazione relativamente più asfittica riscontrabile in certe tradizioni storiografiche europee; sia alla presenza, che comincia a farsi rilevante soprattutto dietro impulsi di ordine nazionalistico, di siti nati all’interno di aree linguistico-culturali non europee, in particolare, per esempio, quelle del mondo indiano, arabo, vicino-orientale in generale e slavo. La rete sembra, in altre parole, offrire canali di espressione a forme di discorso e di comunicazione storiografica a comunità e aree culturali la cui voce sarebbe altrimenti difficilmente percepibile da un pubblico occidentale.

 

In secondo luogo, sembra fondato rilevare come l’area linguistico-culturale nordamericana appaia complessivamente sovrarappresentata. Ciò discende chiaramente dal maggiore e precoce progresso delle tecnologie telematiche negli Stati Uniti rispetto al resto del mondo, dalla massiccia presenza in rete delle realtà universitarie e di ricerca americane, da una particolare abilità nello sfruttare questa forma comunicativa e dall’impegno finanziario e progettuale che a livello accademico è stato profuso a favore delle iniziative in rete. Non si può negare che questa situazione porti con sé alcuni fattori distorsivi: preponderanza di temi storici relativi alla storia americana, uso pressoché esclusivo della lingua inglese, evidente prevalenza di un punto di vista americanocentrico nella ricostruzione storica; tendenza a proporre fonti e materiali vari in traduzione. Se tuttavia le cose stanno i questi termini non c’è altro modo per controbilanciare le rappresentazioni e le forme di comunicazione di matrice americana che profondere il massimo dell’impegno progettuale in vista di realizzazioni autonome e in grado di svolgere un ruolo innovativo nell’ambito del patrimonio esistente.

 

Note

 

1.  A. M. Carabias Torres, Fuentes de Información sobre Carlos v y su época en Internet, Universidad de Salamanca, 3 maggio 2000, http://web.usal.es/~carabias/carlosv.htm.

2.            <http://www.h-net.msu.edu/>.

3.            <http://www.lastoria.it>.

4.            <http://www.ukans.edu/history/VL/index.html>.

5.            <http://www.academicinfo.net/histeuro.html>.

6.            <http://www.phil.uni-erlangen.de/~p1ges/vl-dtld.html#fnz>.

7.            <http://www-geschichte.fb15.uni-dortmund.de/vl/fnz/fnz-e.htm>.

8.            <http://www.history-journals.de/>.

9.            <http://www.cromohs.unifi.it/>.

10.            <http://indy.culture.fr/Isite/arc/>.

11.            <http://www.archief.nl/rad/>.

12.            <http://www.nara.gov/>.

13.            <http://www.pro.gov.uk/>.

14.            <http://archivi.beniculturali.it/indice.html>.

15.            <http://www.multix.it/asto/>.

16.            <http://www.esteri.it/attivita/archivsto/>.

17.            <http://www.uniroma2.it/famiglia/accesso.htm>.

18.            <http://www.archiviodistato.firenze.it/Map/>.

19.            <http://hds.essex.ac.uk/special.stm>.

20.            <http://hds.essex.ac.uk/>.

21.            <http://www.isv.uit.no/sekjon/rhd/indexeng.htm>.

22.            <http://www.niwi.knaw.nl/us/homepag.htm>.

23.            <http://www.lib.byu.edu/~rdh/eurodocs/>.

24.            <http://history.hanover.edu/texts.htm>.

25.            <http://gallica.bnf.fr/>.

26.            <http://www.constitution.org/liberlib.htm>.

27.            <http://panoramix.univ-paris1.fr/CHPE/textes.html>.

28.            <http://darkwing.uoregon.edu/~rbear/ren.htm>.

29.            <http://www.eliohs.unifi.it>.

30.            <http://www.yale.edu/lawweb/avalon/avalon.htm>.

31.            <http://dwardmac.pitzer.edu/anarchist_archives/>.

32.            <http://csf.colorado.edu/mirrors/marxists.org/history/index.htm>.

33.            <http://www.corvinia.org/history/hp-mode.html>.

34.            <http://acton.org/resources/libtrad/index.html>.

35.            <http://www.ecn.bgu.edu/users/mfcjh/wiu/web/modern/modtoc.htm>.

36.            <http://www.infidels.org/library/>.

37.            <http://www.cisi.unito.it/progetti/bayle/>.

38.            <http://www.ucl.ac.uk/Bentham-Project/index.htm>.

39.            <http://doric.bart.ucl.ac.uk/web/Nina/JBentham.html>.

40.            <http://westerncanon.com/cgibin/lecture/EdmundBurkehall/shakespeare1.html>.

41.            <http://lang.nagoya-u.ac.jp/~matsuoka/Disraeli.html>.

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43.            <http://darkwing.uoregon.edu/~rbear/montagu.html>.

44.            <http://www.sas.upenn.edu/~pgrose/mach/>.

45.            <http://www.connix.com/~gapinton/>.

46.            <http://www.soc.qc.edu/gramsci/>.

47.            <http://www.utm.edu/research/hume/>.

48.            <http://memory.loc.gov/ammem/mtjhtml/mtjhome.html>.

49.            <http://www.dpipc.com/cdadesign/paine/home.html>.

50.            <http://www.jmu.edu/madison/center/index.htm>.

51.            <http://www.hkbu.edu.hk/~ppp/Kant.html>.

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