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Memoria e Ricerca

L’esperienza del consorzio per le discipline storiche online «La Storia»

di Alessandro Cristofori
in Memoria e Ricerca n.s. 11 (2002), p. 175


  Internet, reti, network ... se chiedessimo di associare un verbo a questi termini, la risposta più frequente sarebbe probabilmente "comunicare". "Collaborare" potrebbe tuttavia essere risposta altrettanto pertinente e corretta dal punto di vista etimologico, se pensiamo al termine inglese network. Certo, i recentissimi sviluppi della rete Internet tendono ad esaltarne la funzione di fornitore di servizi unidirezionale, in cui i ruoli di crea informazione e di chi la fruisce sono ben distinti e la discrezionalità dell'utente finale è in genere limitata alla scelta di digitare il proprio numero di carta di credito nel form del sito World Wide Web di un editore per acquistare l'ultimo e introvabile saggio storico piuttosto che in quello di un on line wineshop, per farsi inviare un qualche raffinato grand cru ....
La vecchia e orgogliosa élite di coloro che iniziarono a navigare in Internet già nella prima metà degli anni '90 continua tuttavia ad essere legata ad un'idea interattiva e collaborativa della rete delle reti. Battaglia di retroguardia di qualche nostalgico, travolto dal Nuovo che avanza? Non lo credo, a meno che non si voglia rinunciare senza rimpianti alla potenzialità forse più rivoluzionaria del mezzo Internet ed accettare tranquillamente la sua trasformazione in ipermercato ipermediale.
In ogni caso questa non può essere la concezione di chi con Internet è abituato a lavorare e comunicare ogni giorno nel settore della ricerca scientifica, di chi cioè nella rete ha trovato occasione irripetibile di allacciare nuovi contatti ed inaugurare nuove forme di collaborazione. È dunque perfettamente naturale che, grazie alle infrastrutture tecnologiche della grande Rete, siano andate creandosi "reti" più limitate, che riuniscono studiosi accomunati dall'interesse per un medesimo oggetto: in buona misura si tratta per la verità di network già esistenti, legati da vincoli di diversa natura, ai quali la rete telematica ha semplicemente fornito un comodo strumento comunicativo verso l'interno, tra i membri del network stesso, e soprattutto verso l'esterno. In altri casi Internet, oltre ad essere mezzo di comunicazione, si è fatta essa stessa oggetto di riflessione, offrendo il destro all'instaurarsi di rapporti totalmente nuovi e all'apertura di prospettive di indagine del tutto inedite.
È questo anche il caso di La Storia - Consorzio italiano per le discipline storiche on line,(2) nato agli inizi dell'anno 2000 allo scopo di coordinare e valorizzare alcune delle principali iniziative nel settore degli studi storici che già da qualche anno avevano scelto la rete Internet come veicolo di diffusione. I siti, associatisi nella forma flessibile ed informale del consorzio, hanno un carattere composito e rappresentativo delle esperienze di storia on line in Italia. È opportuno riepilogarne qui brevemente i caratteri e i contenuti.
La rivista elettronica Cromohs(3) (la sigla sta per Cyber Review of Modern Historiography) è nata nell'ormai relativamente lontano 1996, seconda dunque solo alla sfortunata esperienza di Arachnion tra gli e-journals italiani nel settore umanistico. La relativa precocità dell'iniziativa, promossa da Rolando Minuti dell'Università di Firenze e da Guido Abbattista dell'Università di Trieste, spiega anche il suo primo obiettivo che, come lucidamente hanno indicato i due editori, era quello di verificare in quale misura e con quali vantaggi uno strumento di comunicazione innovativo quale Internet potesse sposarsi con il rigore scientifico che una secolare tradizione di studi ci ha consegnato. Alla corposa sezione contenente gli articoli in formato elettronico si affianca una bibliografia dedicata a temi di storia della storiografia, delle idee e della cultura (a partire dal 1995), un Notiziario di convegni e incontri di studio sui soggetti di interesse della rivista e infine una guida ragiona ai siti di Internet rilevanti per lo studio della storia culturale di età moderna. Alla rivista elettronica è correlato il progetto di una biblioteca digitale della letteratura storiografica moderna, Eliohs (Electronic Library of Historiography).
Iura communia,(4) a cura di Mario Montorzi dell'Università di Pisa, affronta, in una molteplicità di prospettive, l'ampio tema del diritto comune in Europa, dall'età medievale ai giorni nostri. La varietà di approcci richiesta dalla complessità del tema può essere soddisfatta proprio grazie al formato elettronico: nel sito di Iura communia si trovano dunque saggi, alcuni dei quali già editi, altri inediti, testi classici del pensiero giuridico e documenti relativi all'esercizio della giurisdizione in Italia fino al XIX secolo, ma anche un ricco database bibliografico di studi sul diritto comune ed una selezione di links a siti Internet di storia giuridica; non manca infine uno spazio aperto per il dibattito e la discussione.
La Rassegna degli strumenti informatici per lo studio dell'antichità classica,(5) curata da chi scrive, è qualcosa di assai più semplice: una guida alle risorse elettroniche (siti web, ma anche risorse su CD-ROM) a disposizione dello studio dell'antichità classica greco-romana, nei suoi aspetti letterari, storici ed archeologici. L'impresa della Rassegna è partita nel 1995 ed ha potuto contare su finanziamenti a livello europeo (nell'ambito del progetto TELEMACO) e locale (nell'ambito di un progetto di ricerca coordinato da Giovanni Geraci) oltre che sul supporto tecnico del Laboratorio Informatico della Facoltà di Economia. Oggi la Rassegna conta circa 3.800 schede su altrettante risorse elettroniche, classificate in parte sulla base delle tradizionali partizioni disciplinari dell'antichistica, in parte sulla natura dell'oggetto in questione. Si noti che la Rassegna, a differenza di altre guide, non si limita a proporre titolo e indirizzo elettronico delle risorse segnalate, ma offre anche una breve descrizione e una valutazione della loro utilità per la ricerca e la didattica.
Reti medievali - Iniziative on line per gli studi medievistici è(6) probabilmente il progetto più complesso tra quelli che fanno parte di La Storia: la comoda definizione di "rivista elettronica" appare in effetti assai riduttiva. Il direttore responsabile del progetto è Andrea Zorzi dell'Università di Firenze, del comitato editoriale fanno parte anche Pietro Corrao dell'Università di Palermo, Roberto delle Donne dell'Università di Napoli «Federico II», Stefano Gasparri dell'Università di Venezia e Gian Maria Varanini dell'Università di Trento. L'ampiezza del comitato editoriale trova riscontro nella ricchezza dei contenuti di questo spazio virtuale per la ricerca e la didattica nel settore della medievistica: la sezione più tradizionale è quella denominata Rivista, con saggi e recensioni di impianto "classico", ma anche con esperimenti di comunicazione del sapere storico attraverso i nuovi linguaggi multimediali; la sezione Repertorio ambisce invece a presentare i fondamentali strumenti di riferimento nei più diversi settori della ricerca medievistica, integrando gli "arnesi del mestiere" tradizionali con quelli elettronici: Biblioteca costituisce uno scaffale virtuale nel quale consultare saggi scientifici di largo respiro; Calendario assolve l'umile ma preziosissima funzione di raccogliere informazioni sui numerosi incontri di studio promossi nel settore degli studi medievali; la sezione Didattica presenta materiali e esperienza di apprendimento che si avvalgono delle nuove tecnologie telematiche e multimediali; Memoria è infine una sezione dedicata alla storia degli studi, nella quale si potranno trovare profili di grandi medievisti come rassegne su più dibattuti problemi storiografici del settore disciplinare.
Anche Scrineum,(7) diretto da Ettore Cau e coordinato da Michele Ansani, entrambi dell'Università di Pavia, si presenta esteriormente come una rivista elettronica, ma, ad uno sguardo più approfondito, rivela tuttavia una struttura assai più complessa, che ha come oggetto comune la tradizione manoscritta medievale. Tre le aree principali del sito: un area di servizio, per così dire, nella quale spicca in particolare un Notiziario delle iniziative concernenti i temi di interesse di Scrineum e dell'offerta didattica delle discipline concernenti il documento e il libro manoscritto nelle università italiane. La seconda area ricalca più da vicino l'impostazione delle tradizionali riviste a stampa, con saggi e recensioni, ma anche con fora di discussione permanente, tipici piuttosto degli E-Journals. La terza area, più innovativa, contiene tra l'altro una versione sperimentale dell'edizione digitale del patrimonio documentale lombardo tra l'VIII e il XII secolo.
Lo Scriptorium del Polo Informatico Medievistico dell'Università (8) di Firenze, del quale ancora una volta l'infaticabile Andrea Zorzi è tra i promotori, ha piuttosto la funzione di contenitore delle svariate iniziative in Rete intraprese dai medievisti dell'Ateneo fiorentino. L'accento, in questo caso, è piuttosto sugli aspetti della didattica: lo Scriptorium conserva infatti tra l'altro le Home Pages e i materiali digitali creati dai singoli docenti per i loro corsi tradizionali, ma anche la documentazione rilevante per i corsi di formazione che il Polo fiorentino da qualche anno a questa parte organizza sul tema delle nuove applicazioni informatiche e telematiche alle discipline storiche; si vengono così a toccare i due termini del matrimonio tra computer e didattica della storia: insegnare con le nuove tecnologie e insegnare le nuove tecnologie. Nello Scriptorium trovano peraltro largo spazio anche i temi inerenti la ricerca: si segnalano per esempio i programmi e contributi a testo pieno presentati nei diversi seminari su studi storici e cultura digitale organizzati dal Polo.
Con l'Italian History Index,(9) coordinato da Serge Noiret presso l'Istituto Universitario Europeo di Firenze, ritorniamo agli strumenti di guida alle risorse Internet per lo studio della storia: l'indice (parte della prestigiosa World Wide Web Virtual Library, il primo e ancora il più autorevole gateway ai materiali della Rete) è dedicato alle risorse prodotte in Italia e all'estero sulla storia del nostro paese, con una rigorosa classificazione cronologica (dal mondo antico a quello contemporaneo), geografica e tematica. Una sottosezione della guida è costituita da The Best of the Italian History Index, una lista assai selettiva (anche se certo non esaustiva) di siti Internet di assoluta eccellenza prodotti in Italia; il gravoso compito di esaminare le candidature ai Best è assolto da un comitato editoriale in buona misura coincidente con i membri di La Storia e coordinato dallo stesso Noiret.
Infine del consorzio fa parte anche il sito Internet della Società Italiana degli storici dell'economia,(10) a cura di Renato Giannetti dell'Università di Firenze. Strumento di carattere miscellaneo, la pagina accoglie informazioni sull'associazione, un calendario dei convegni di storia economica e una Newsletter in formato elettronico, infine un'articolata rassegna di risorse Internet di interesse per gli storici dell'economia.
Come spero sarà emerso anche da questa breve rassegna, il consorzio La Storia si caratterizza per il suo essere "plurale": non solo infatti riunisce progetti di carattere disparato, dagli indici di risorse alle riviste elettroniche, dagli strumenti di ricerca ai materiali per la didattica, ma raccoglie anche esperienze diffuse sul piano territoriale, da Trento e Trieste a Palermo, passando attraverso Venezia, Pavia, Bologna, Firenze, Pisa e Napoli: La Storia rappresenta dunque anche un punto di incontro e confronto tra politiche accademiche diverse, un elemento da non sottovalutare in un momento come questo, in cui ogni Ateneo naviga a vista nelle acque ignote delle riforme che hanno investito l'autonomia delle singole università e soprattutto gli ordinamenti didattici: un confronto che naturalmente non si limita all'oggetto di speciale interesse del consorzio, sebbene già il solo problema dell'applicazione delle nuove tecnologie in un rinnovato contesto didattico (si pensi solo al nodo rappresentato dai contenuti da dare ai famosi - o famigerati - crediti di Abilità informatiche introdotti in diversi ordinamenti o all'incerto statuto di una disciplina come l'Informatica umanistica…) costituisca materia sufficiente di discussione.
Le esperienze che compongono La Storia, inoltre, coprono tutto l'arco cronologico delle discipline storiche, dall'antico al contemporaneo e una vasta gamma di tematiche, dalla storia dell'economia, alla storiografia, fino alla storia del diritto. Sia lecito allo scrivente, un antichista, dunque un rappresentante di quella che molti considerano "uno strano tipo di storia", sottolineare l'importanza fondamentale di questo dato, che ribadisce ancora una volta la fondamentale unità degli studi storici, che è unità di metodi, al di là delle inevitabile gabbie cronologiche e disciplinari. E che questa unità non sia solo un vessillo, attorno al quale stringersi nel momento in cui gli interessi corporativi appaiono aggrediti su più di un fronte, lo potranno testimoniare tutti coloro che hanno trovato occasione di arricchimento in un'esperienza di confronto con temi e problemi apparentemente assai lontani dai propri interessi di ricerca: tra costoro credo di poter ascrivere senza tema di smentita tutti i membri del consorzio La Storia.
Al di là di questi risvolti generali, che nascono dal suo stesso essere impresa di collaborazione, nella sua pur breve esistenza il consorzio ha già avuto occasione di affrontare in concreto alcuni degli interrogativi più seri posti dall'applicazione delle nuove tecnologie allo studio e all'insegnamento delle discipline storiche: per concludere, li sottopongo all'attenzione del lettore, come stimolo riflessione per il futuro.
Un primo nodo problematico concerne le riviste elettroniche e in genere l'editoria digitale come mezzo di comunicazione scientifica nelle discipline storiche: strumento rapido, economico e capillare, che genera tuttavia ancora diffidenza e il cui riconoscimento, sia a livello informale tra la comunità degli studiosi, sia a livello formale e giuridico, stenta tuttora ad affermarsi.
Correlato a ciò, il problema della valutazione di qualità delle nuove risorse digitali, oggetti che sfuggono ai codici in base ai quali gli storici erano abituati a valutare la produzione scientifica, in un mondo come quello di Internet ove il semplice dilettante e l'affermato professionista spesso si trovano ad armi pari.
Se sul versante della didattica il problema più dibattuto pare quello dell'utilizzo di nuovi linguaggi di comunicazione e apprendimento della storia, come gli ipertesti o la realtà virtuale. Sul versante della ricerca il nodo tematico di maggiore interesse pare tuttora quello, ormai annoso, dei linguaggi di codifica dei documenti che ci giungono dal passato, in un rapporto tra economia dell'impegno ed efficacia dei risultati ottenibili.
Altri interrogativi, più generali forse, investono la figura dello storico che lavora con le nuove tecnologie (lo storico "digitale", se così si può dire) e il ruolo che consorzi come La Storia possono assumere in futuro.
Il primo problema riguarda i rischi di isolamento dello storico "digitale", per superare i quali egli si trova costretto a dividersi tra le applicazioni delle nuove tecnologie alle discipline storiche (spesso trovando come unici interlocutori i suoi simili) e un'attività di carattere più tradizionale, che gli consenta di avere un riconoscimento da parte di tutta la comunità scientifica. In secondo luogo ci deve interrogare sull'opportunità di dare alle forme di coordinamento come La Storia strutture maggiormente formalizzate: la formula "leggera" del consorzio presenta in effetti notevoli vantaggi di flessibilità, ma rivela una certa debolezza nel momento in cui, dal semplice coordinamento delle iniziative già esistenti presso i singoli atenei, si passi alla progettazione e al varo di nuove imprese comuni: in particolare la realizzazione di un Limited Area Search Engine per le discipline storiche in Italia, che si era delineato come uno dei compiti primari del consorzio all'atto della sua costituzione, segna il passo per mancanza di risorse umane (ovvero, in definitiva, per mancanza di risorse finanziarie). Una formula più strutturata, come quella di un'associazione o, forse meglio, di una rete tematica a livello europeo, potrebbe verosimilmente assicurare maggiori possibilità di sviluppo.
Si tratta naturalmente di temi complessi, che si consegnano qui ad una riflessione più ampia, con la consapevolezza che il fatto stesso di iniziare a discuterne rappresenti un passo in avanti.


Note

1. Questo contributo riprende sostanzialmente il testo della relazione presentata nel meeting Reti di storia per l'innovazione e la qualità in un contesto europeo organizzato congiuntamente dalla Task Force Diachronic Cyberspace, Information Technology and Innovative Open and Distance Learning del Socrates Thematic Network CLIOHnet, URL: <http://www.clioh.net> e dal consorzio La Storia. a Bologna il 28 giugno 2002. Ringrazio l'amico Serge Noiret per aver voluto accogliere questo breve testo nella rubrica Spazi on line di «Memoria e Ricerca».

2. Cf. il sito Internet del consorzio all'URL <http://lastoria.unipv.it/> dove, oltre ad una breve descrizione delle finalità dell'associazione, si potrà trovare un'Agenda delle iniziative per la didattica e degli incontri di studio organizzati da La Storia, una versione sperimentale di un motore di ricerca limitato per le discipline storiche in Italia (sul quale si veda anche infra, in questo stesso contributo) e i links a tutti i siti associati.

3. La rivista elettronica è raggiungibile all'URL <http://www.unifi.it/riviste/cromohs/>.

4. Il sito web di Iura communia può essere visitato all'URL <http://www.idr.unipi.it/iura-communia/>.

5. La Rassegna può essere consultata all'URL <http://www.rassegna.unibo.it>.

6. Reti medievali è consultabile all'URL <http://www.retimedievali.it>.

7. Il sito web del progetto Scrineum è visitabile all'URL <http://scrineum.unipv.it/>.

8. La pagine Internet dello Scriptorium del Polo Informatico Medievistico di Firenze sono consultabili all'URL <http://www.storia.unifi.it/_PIM>.

9. L'Italian History Index può essere raggiunto all'URL <http://vlib.iue.it/hist-italy/Index.html>.

10 . Il sito della Società Italiana degli storici dell'economia si trova all'URL <http://www.unifi.it/centri/sise/>.