Internet, reti, network ... se chiedessimo di associare un verbo                    a questi termini, la risposta più frequente sarebbe probabilmente                    "comunicare". "Collaborare" potrebbe tuttavia                    essere risposta altrettanto pertinente e corretta dal punto                    di vista etimologico, se pensiamo al termine inglese network.                    Certo, i recentissimi sviluppi della rete Internet tendono ad                    esaltarne la funzione di fornitore di servizi unidirezionale,                    in cui i ruoli di crea informazione e di chi la fruisce sono                    ben distinti e la discrezionalità dell'utente finale                    è in genere limitata alla scelta di digitare il proprio                    numero di carta di credito nel form del sito World Wide Web                    di un editore per acquistare l'ultimo e introvabile saggio storico                    piuttosto che in quello di un on line wineshop, per farsi inviare                    un qualche raffinato grand cru .... 
La vecchia e orgogliosa élite di coloro che iniziarono                    a navigare in Internet già nella prima metà degli                    anni '90 continua tuttavia ad essere legata ad un'idea interattiva                    e collaborativa della rete delle reti. Battaglia di retroguardia                    di qualche nostalgico, travolto dal Nuovo che avanza? Non lo                    credo, a meno che non si voglia rinunciare senza rimpianti alla                    potenzialità forse più rivoluzionaria del mezzo                    Internet ed accettare tranquillamente la sua trasformazione                    in ipermercato ipermediale.
In ogni caso questa non può essere la concezione di chi                    con Internet è abituato a lavorare e comunicare ogni                    giorno nel settore della ricerca scientifica, di chi cioè                    nella rete ha trovato occasione irripetibile di allacciare nuovi                    contatti ed inaugurare nuove forme di collaborazione. È                    dunque perfettamente naturale che, grazie alle infrastrutture                    tecnologiche della grande Rete, siano andate creandosi "reti"                    più limitate, che riuniscono studiosi accomunati dall'interesse                    per un medesimo oggetto: in buona misura si tratta per la verità                    di network già esistenti, legati da vincoli di diversa                    natura, ai quali la rete telematica ha semplicemente fornito                    un comodo strumento comunicativo verso l'interno, tra i membri                    del network stesso, e soprattutto verso l'esterno. In altri                    casi Internet, oltre ad essere mezzo di comunicazione, si è                    fatta essa stessa oggetto di riflessione, offrendo il destro                    all'instaurarsi di rapporti totalmente nuovi e all'apertura                    di prospettive di indagine del tutto inedite.
È questo anche il caso di 
La Storia - Consorzio italiano                    per le discipline storiche on line,
(2) nato agli inizi dell'anno                    2000 allo scopo di coordinare e valorizzare alcune delle principali                    iniziative nel settore degli studi storici che già da                    qualche anno avevano scelto la rete Internet come veicolo di                    diffusione. I siti, associatisi nella forma flessibile ed informale                    del consorzio, hanno un carattere composito e rappresentativo                    delle esperienze di storia on line in Italia. È opportuno                    riepilogarne qui brevemente i caratteri e i contenuti.
La rivista elettronica 
Cromohs(3) (la sigla sta per 
Cyber Review                    of Modern Historiography) è nata nell'ormai relativamente                    lontano 1996, seconda dunque solo alla sfortunata esperienza                    di Arachnion tra gli e-journals italiani nel settore umanistico.                    La relativa precocità dell'iniziativa, promossa da Rolando                    Minuti dell'Università di Firenze e da Guido Abbattista                    dell'Università di Trieste, spiega anche il suo primo                    obiettivo che, come lucidamente hanno indicato i due editori,                    era quello di verificare in quale misura e con quali vantaggi                    uno strumento di comunicazione innovativo quale Internet potesse                    sposarsi con il rigore scientifico che una secolare tradizione                    di studi ci ha consegnato. Alla corposa sezione contenente gli                    articoli in formato elettronico si affianca una bibliografia                    dedicata a temi di storia della storiografia, delle idee e della                    cultura (a partire dal 1995), un Notiziario di convegni e incontri                    di studio sui soggetti di interesse della rivista e infine una                    guida ragiona ai siti di Internet rilevanti per lo studio della                    storia culturale di età moderna. Alla rivista elettronica                    è correlato il progetto di una biblioteca digitale della                    letteratura storiografica moderna, Eliohs (Electronic Library                    of Historiography). 
Iura communia,
(4) a cura di Mario Montorzi dell'Università                    di Pisa, affronta, in una molteplicità di prospettive,                    l'ampio tema del diritto comune in Europa, dall'età medievale                    ai giorni nostri. La varietà di approcci richiesta dalla                    complessità del tema può essere soddisfatta proprio                    grazie al formato elettronico: nel sito di Iura communia si                    trovano dunque saggi, alcuni dei quali già editi, altri                    inediti, testi classici del pensiero giuridico e documenti relativi                    all'esercizio della giurisdizione in Italia fino al XIX secolo,                    ma anche un ricco database bibliografico di studi sul diritto                    comune ed una selezione di links a siti Internet di storia giuridica;                    non manca infine uno spazio aperto per il dibattito e la discussione.
La 
Rassegna degli strumenti informatici per lo studio dell'antichità                    classica,
(5) curata da chi scrive, è qualcosa di assai più                    semplice: una guida alle risorse elettroniche (siti web, ma                    anche risorse su CD-ROM) a disposizione dello studio dell'antichità                    classica greco-romana, nei suoi aspetti letterari, storici ed                    archeologici. L'impresa della Rassegna è partita nel                    1995 ed ha potuto contare su finanziamenti a livello europeo                    (nell'ambito del progetto TELEMACO) e locale (nell'ambito di                    un progetto di ricerca coordinato da Giovanni Geraci) oltre                    che sul supporto tecnico del Laboratorio Informatico della Facoltà                    di Economia. Oggi la Rassegna conta circa 3.800 schede su altrettante                    risorse elettroniche, classificate in parte sulla base delle                    tradizionali partizioni disciplinari dell'antichistica, in parte                    sulla natura dell'oggetto in questione. Si noti che la Rassegna,                    a differenza di altre guide, non si limita a proporre titolo                    e indirizzo elettronico delle risorse segnalate, ma offre anche                    una breve descrizione e una valutazione della loro utilità                    per la ricerca e la didattica.
Reti medievali - Iniziative on line per gli studi medievistici                    è
(6) probabilmente il progetto più complesso tra                    quelli che fanno parte di La Storia: la comoda definizione di                    "rivista elettronica" appare in effetti assai riduttiva.                    Il direttore responsabile del progetto è Andrea Zorzi                    dell'Università di Firenze, del comitato editoriale fanno                    parte anche Pietro Corrao dell'Università di Palermo,                    Roberto delle Donne dell'Università di Napoli «Federico                    II», Stefano Gasparri dell'Università di Venezia                    e Gian Maria Varanini dell'Università di Trento. L'ampiezza                    del comitato editoriale trova riscontro nella ricchezza dei                    contenuti di questo spazio virtuale per la ricerca e la didattica                    nel settore della medievistica: la sezione più tradizionale                    è quella denominata Rivista, con saggi e recensioni di                    impianto "classico", ma anche con esperimenti di comunicazione                    del sapere storico attraverso i nuovi linguaggi multimediali;                    la sezione Repertorio ambisce invece a presentare i fondamentali                    strumenti di riferimento nei più diversi settori della                    ricerca medievistica, integrando gli "arnesi del mestiere"                    tradizionali con quelli elettronici: Biblioteca costituisce                    uno scaffale virtuale nel quale consultare saggi scientifici                    di largo respiro; Calendario assolve l'umile ma preziosissima                    funzione di raccogliere informazioni sui numerosi incontri di                    studio promossi nel settore degli studi medievali; la sezione                    Didattica presenta materiali e esperienza di apprendimento che                    si avvalgono delle nuove tecnologie telematiche e multimediali;                    Memoria è infine una sezione dedicata alla storia degli                    studi, nella quale si potranno trovare profili di grandi medievisti                    come rassegne su più dibattuti problemi storiografici                    del settore disciplinare. 
Anche 
Scrineum,
(7) diretto da Ettore Cau e coordinato da Michele                    Ansani, entrambi dell'Università di Pavia, si presenta                    esteriormente come una rivista elettronica, ma, ad uno sguardo                    più approfondito, rivela tuttavia una struttura assai                    più complessa, che ha come oggetto comune la tradizione                    manoscritta medievale. Tre le aree principali del sito: un area                    di servizio, per così dire, nella quale spicca in particolare                    un Notiziario delle iniziative concernenti i temi di interesse                    di Scrineum e dell'offerta didattica delle discipline concernenti                    il documento e il libro manoscritto nelle università                    italiane. La seconda area ricalca più da vicino l'impostazione                    delle tradizionali riviste a stampa, con saggi e recensioni,                    ma anche con fora di discussione permanente, tipici piuttosto                    degli E-Journals. La terza area, più innovativa, contiene                    tra l'altro una versione sperimentale dell'edizione digitale                    del patrimonio documentale lombardo tra l'VIII e il XII secolo.
Lo 
Scriptorium del Polo Informatico Medievistico dell'Università (8)                   di Firenze, del quale ancora una volta l'infaticabile Andrea                    Zorzi è tra i promotori, ha piuttosto la funzione di                    contenitore delle svariate iniziative in Rete intraprese dai                    medievisti dell'Ateneo fiorentino. L'accento, in questo caso,                    è piuttosto sugli aspetti della didattica: lo Scriptorium                    conserva infatti tra l'altro le Home Pages e i materiali digitali                    creati dai singoli docenti per i loro corsi tradizionali, ma                    anche la documentazione rilevante per i corsi di formazione                    che il Polo fiorentino da qualche anno a questa parte organizza                    sul tema delle nuove applicazioni informatiche e telematiche                    alle discipline storiche; si vengono così a toccare i                    due termini del matrimonio tra computer e didattica della storia:                    insegnare con le nuove tecnologie e insegnare le nuove tecnologie.                    Nello Scriptorium trovano peraltro largo spazio anche i temi                    inerenti la ricerca: si segnalano per esempio i programmi e                    contributi a testo pieno presentati nei diversi seminari su                    studi storici e cultura digitale organizzati dal Polo.
Con l'
Italian History Index,
(9) coordinato da Serge Noiret presso                    l'Istituto Universitario Europeo di Firenze, ritorniamo agli                    strumenti di guida alle risorse Internet per lo studio della                    storia: l'indice (parte della prestigiosa World Wide Web Virtual                    Library, il primo e ancora il più autorevole gateway                    ai materiali della Rete) è dedicato alle risorse prodotte                    in Italia e all'estero sulla storia del nostro paese, con una                    rigorosa classificazione cronologica (dal mondo antico a quello                    contemporaneo), geografica e tematica. Una sottosezione della                    guida è costituita da The Best of the Italian History                    Index, una lista assai selettiva (anche se certo non esaustiva)                    di siti Internet di assoluta eccellenza prodotti in Italia;                    il gravoso compito di esaminare le candidature ai Best è                    assolto da un comitato editoriale in buona misura coincidente                    con i membri di La Storia e coordinato dallo stesso Noiret.
Infine del consorzio fa parte anche il sito Internet della 
Società                    Italiana degli storici dell'economia,
(10) a cura di Renato Giannetti                    dell'Università di Firenze. Strumento di carattere miscellaneo,                    la pagina accoglie informazioni sull'associazione, un calendario                    dei convegni di storia economica e una Newsletter in formato                    elettronico, infine un'articolata rassegna di risorse Internet                    di interesse per gli storici dell'economia.
Come spero sarà emerso anche da questa breve rassegna,                    il consorzio La Storia si caratterizza per il suo essere "plurale":                    non solo infatti riunisce progetti di carattere disparato, dagli                    indici di risorse alle riviste elettroniche, dagli strumenti                    di ricerca ai materiali per la didattica, ma raccoglie anche                    esperienze diffuse sul piano territoriale, da Trento e Trieste                    a Palermo, passando attraverso Venezia, Pavia, Bologna, Firenze,                    Pisa e Napoli: La Storia rappresenta dunque anche un punto di                    incontro e confronto tra politiche accademiche diverse, un elemento                    da non sottovalutare in un momento come questo, in cui ogni                    Ateneo naviga a vista nelle acque ignote delle riforme che hanno                    investito l'autonomia delle singole università e soprattutto                    gli ordinamenti didattici: un confronto che naturalmente non                    si limita all'oggetto di speciale interesse del consorzio, sebbene                    già il solo problema dell'applicazione delle nuove tecnologie                    in un rinnovato contesto didattico (si pensi solo al nodo rappresentato                    dai contenuti da dare ai famosi - o famigerati - crediti di                    Abilità informatiche introdotti in diversi ordinamenti                    o all'incerto statuto di una disciplina come l'Informatica umanistica…)                    costituisca materia sufficiente di discussione.
Le esperienze che compongono La Storia, inoltre, coprono tutto                    l'arco cronologico delle discipline storiche, dall'antico al                    contemporaneo e una vasta gamma di tematiche, dalla storia dell'economia,                    alla storiografia, fino alla storia del diritto. Sia lecito                    allo scrivente, un antichista, dunque un rappresentante di quella                    che molti considerano "uno strano tipo di storia",                    sottolineare l'importanza fondamentale di questo dato, che ribadisce                    ancora una volta la fondamentale unità degli studi storici,                    che è unità di metodi, al di là delle inevitabile                    gabbie cronologiche e disciplinari. E che questa unità                    non sia solo un vessillo, attorno al quale stringersi nel momento                    in cui gli interessi corporativi appaiono aggrediti su più                    di un fronte, lo potranno testimoniare tutti coloro che hanno                    trovato occasione di arricchimento in un'esperienza di confronto                    con temi e problemi apparentemente assai lontani dai propri                    interessi di ricerca: tra costoro credo di poter ascrivere senza                    tema di smentita tutti i membri del consorzio La Storia.
Al di là di questi risvolti generali, che nascono dal                    suo stesso essere impresa di collaborazione, nella sua pur breve                    esistenza il consorzio ha già avuto occasione di affrontare                    in concreto alcuni degli interrogativi più seri posti                    dall'applicazione delle nuove tecnologie allo studio e all'insegnamento                    delle discipline storiche: per concludere, li sottopongo all'attenzione                    del lettore, come stimolo riflessione per il futuro.
Un primo nodo problematico concerne le riviste elettroniche                    e in genere l'editoria digitale come mezzo di comunicazione                    scientifica nelle discipline storiche: strumento rapido, economico                    e capillare, che genera tuttavia ancora diffidenza e il cui                    riconoscimento, sia a livello informale tra la comunità                    degli studiosi, sia a livello formale e giuridico, stenta tuttora                    ad affermarsi.
Correlato a ciò, il problema della valutazione di qualità                    delle nuove risorse digitali, oggetti che sfuggono ai codici                    in base ai quali gli storici erano abituati a valutare la produzione                    scientifica, in un mondo come quello di Internet ove il semplice                    dilettante e l'affermato professionista spesso si trovano ad                    armi pari.
Se sul versante della didattica il problema più dibattuto                    pare quello dell'utilizzo di nuovi linguaggi di comunicazione                    e apprendimento della storia, come gli ipertesti o la realtà                    virtuale. Sul versante della ricerca il nodo tematico di maggiore                    interesse pare tuttora quello, ormai annoso, dei linguaggi di                    codifica dei documenti che ci giungono dal passato, in un rapporto                    tra economia dell'impegno ed efficacia dei risultati ottenibili.
Altri interrogativi, più generali forse, investono la                    figura dello storico che lavora con le nuove tecnologie (lo                    storico "digitale", se così si può dire)                    e il ruolo che consorzi come La Storia possono assumere in futuro.
Il primo problema riguarda i rischi di isolamento dello storico                    "digitale", per superare i quali egli si trova costretto                    a dividersi tra le applicazioni delle nuove tecnologie alle                    discipline storiche (spesso trovando come unici interlocutori                    i suoi simili) e un'attività di carattere più                    tradizionale, che gli consenta di avere un riconoscimento da                    parte di tutta la comunità scientifica. In secondo luogo                    ci deve interrogare sull'opportunità di dare alle forme                    di coordinamento come La Storia strutture maggiormente formalizzate:                    la formula "leggera" del consorzio presenta in effetti                    notevoli vantaggi di flessibilità, ma rivela una certa                    debolezza nel momento in cui, dal semplice coordinamento delle                    iniziative già esistenti presso i singoli atenei, si                    passi alla progettazione e al varo di nuove imprese comuni:                    in particolare la realizzazione di un Limited Area Search Engine                    per le discipline storiche in Italia, che si era delineato come                    uno dei compiti primari del consorzio all'atto della sua costituzione,                    segna il passo per mancanza di risorse umane (ovvero, in definitiva,                    per mancanza di risorse finanziarie). Una formula più                    strutturata, come quella di un'associazione o, forse meglio,                    di una rete tematica a livello europeo, potrebbe verosimilmente                    assicurare maggiori possibilità di sviluppo.
Si tratta naturalmente di temi complessi, che si consegnano                    qui ad una riflessione più ampia, con la consapevolezza                    che il fatto stesso di iniziare a discuterne rappresenti un                    passo in avanti.
Note
1. Questo contributo riprende sostanzialmente                    il testo della relazione presentata nel meeting Reti di storia                    per l'innovazione e la qualità in un contesto europeo                    organizzato congiuntamente dalla Task Force Diachronic Cyberspace,                    Information Technology and Innovative Open and Distance Learning                    del Socrates Thematic Network CLIOHnet, URL: <http://www.clioh.net>                    e dal consorzio La Storia. a Bologna il 28 giugno 2002. Ringrazio                    l'amico Serge Noiret per aver voluto accogliere questo breve                    testo nella rubrica Spazi on line di «Memoria e Ricerca».
2. Cf. il sito Internet del consorzio all'URL                    <http://lastoria.unipv.it/> dove, oltre ad una breve descrizione                    delle finalità dell'associazione, si potrà trovare                    un'Agenda delle iniziative per la didattica e degli incontri                    di studio organizzati da La Storia, una versione sperimentale                    di un motore di ricerca limitato per le discipline storiche                    in Italia (sul quale si veda anche infra, in questo stesso contributo)                    e i links a tutti i siti associati.
3. La rivista elettronica è raggiungibile                    all'URL <http://www.unifi.it/riviste/cromohs/>.
4. Il sito web di Iura communia può essere                    visitato all'URL <http://www.idr.unipi.it/iura-communia/>.
5. La Rassegna può essere consultata                    all'URL <http://www.rassegna.unibo.it>.
6. Reti medievali è consultabile all'URL                    <http://www.retimedievali.it>.
7. Il sito web del progetto Scrineum è                    visitabile all'URL <http://scrineum.unipv.it/>.
8. La pagine Internet dello Scriptorium del                    Polo Informatico Medievistico di Firenze sono consultabili all'URL                    <http://www.storia.unifi.it/_PIM>.
9. L'Italian History Index può essere                    raggiunto all'URL <http://vlib.iue.it/hist-italy/Index.html>.
10 . Il sito della Società Italiana degli                    storici dell'economia si trova all'URL <http://www.unifi.it/centri/sise/>.