La storia si fa con i se? Riflessioni sull’identità italiana
Lunedì 10 gennaio 2005 @ 00:00:00 CET

Se i Turchi avessero conquistato l’Italia nel Rinascimento?

Sabato 15 gennaio inizia il ciclo di incontri su

La storia si fa con i se?
Riflessioni sull'identità italiana



Che "la storia non si faccia con i se" è una opinione largamente diffusa, anzi un vero e proprio luogo comune, che, in quanto tale, viene accolto senza indugi e tentennamenti nelle conversazioni quotidiane e, molto spesso, nelle discussioni scientifiche.
Vi è in questa convinzione radicata un aspetto essenziale del lavoro dello storico. Lo storico si occupa di quello che è accaduto, cercando di capire perché è accaduto. E in questo compito è favorito dalla sua invidiabile posizione: di sapere appunto "come sono andate le cose".
Se questo è vero, dietro il luogo comune può peraltro nascondersi una distorta visione del divenire della società: vale a dire che l'evoluzione storica, così come si è effettivamente dispiegata nei secoli, sia in qualche modo inevitabile, l'unica possibile.
Lo storico sa, invece, che nelle vicende delle comunità e degli individui si nasconde sempre un intreccio fra spazi di libertà - gli spazi della responsabilità umana - e spazi di necessità - i condizionamenti che l'ambiente, nel suo significato più ampio, esercita.
Introdurre qualche SE nella storia vuole appunto contribuire a mettere in risalto questo intreccio fra libertà e necessità, a valorizzare la complessità e le difficoltà delle scelte, mai univocamente predeterminate, degli uomini e delle comunità.
Non si tratta insomma di scrivere fiction, di proporre racconti fantastici e privi di rapporti con la storia tradizionale e con la documentazione.
Interrogarsi su vie diverse che potevano essere percorse può diventare così una occasione per affrontare in maniera inusuale alcuni aspetti dell'identità italiana, alcuni nodi cruciali nella storia del Paese.
Con questo intento, grazie anche al contributo di CMC Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna,  viene proposto da "Casa Oriani" questo ciclo di incontri.
Il primo aspetto verrà affrontato dal prof. Giovanni Ricci (docente di storia moderna all'Università di Ferrara) sabato 15 gennaio, alle ore 17 (sala Spadolini della Biblioteca Oriani) e riguarda la "questione turca" nell'Italia rinascimentale e moderna.
Per molti secoli i turchi sono stati uno dei principali temi di conversazione, di passione, di scrittura. Con i turchi si è intessuto un rapporto di odio, timore, ma anche di curiosità e malcelata ammirazione.
Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 la paura che i turchi potessero espandersi anche in Italia si fece drammaticamente corposa. Cosa sarebbe successo se ciò fosse avvenuto? Si sarebbe, ad esempio, modificato il rapporto fra culture così diverse, entrambe portate a leggere le differenze come inferiorità, come minaccia?
I turchi tornano in questi anni nella scena materiale e mentale d'Europa (e d'Italia). Le antiche ossessioni si ripropongono.
Il passato non si ripete meccanicamente, e tanto meno si modifica con i nostri desideri, i nostri sogni, le nostre paure. Non resta che tentare di capirne qualcosa, anche per capire il nostro presente.
Introdurre qualche SE in questa vicenda forse ci aiuta a farlo meglio.


Giovanni Ricci è professore ordinario di Storia moderna all'Università di Ferrara, dopo precedenti servizi come professore associato e come ricercatore all'Università di Bologna. I suoi studi si sono rivolti alla storia sociale, alla storia delle mentalità, alla storia urbana , ai ceti marginali.
Ha pubblicato i seguenti volumi: Bologna. Le città nella storia d'Italia, Laterza, Roma-Bari 1980,; Ravenna. Le città nella storia d'Italia, con Carla Giovannini, Laterza, Roma Bari 1985; Povertà, vergogna, superbia. I declassati fra Medioevo ed Età moderna, Il Mulino, Bologna 1996, (finalista al premio Viareggio 1997 e vincitore del premio Pozzale-Luigi Russo 1997); Il principe e la morte. Corpo, cuore, effigie nel Rinascimento, Il Mulino, Bologna 1998; Ossessione turca. In una retrovia cristiana dell'Europa moderna, Il Mulino, Bologna 2002 (vincitore del Premio Nazionale Letterario Pisa 2003; trad. turca Istanbul 2004).
E' stato più volte Visiting Professor all'Université Libre de Bruxelles; è stato invitato a tenere seminari, oltre che da università e istituzioni culturali italiane, dalle università di Atene, Lovanio, Strasburgo, Grenoble, Reims, dalla European Association of Urban History (Amsterdam), dalla Renaissance Society of America (Chicago), dall'Istituto Universitario Europeo (Firenze), dalla Société Française pour l'Etude du XVIe Siècle (Parigi), dal Musée Royal des Beaux Arts (Bruxelles).


Prossimi incontri:
sabato 22 gennaio, ore 17
Se Garibaldi avesse rifiutato l'incontro di Teano con Vittorio Emanuele II?
Ernesto Galli della Loggia, Università di Perugia

Sabato 29 gennaio, ore 17
Se Vittorio Emanuele III avesse firmato lo stato d'assedio durante la marcia su Roma?
Alberto De Bernardi, Università di Bologna







Questo articolo è stato pubblicato da Fondazione Casa di Oriani
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