La scomparsa di Francesca Anania, storica
Martedì 09 aprile 2013 @ 09:05:11 CEST

 

Il 3 aprile 2013 Francesca Anania ci ha lasciati, dopo una lunga e dolorosa malattia che non le ha dato scampo. Con lei è un pezzo di «Memoria e Ricerca» che se ne va. Fino all’ultimo, fino a che le forze gliel’hanno consentito, Francesca ha partecipato ai lavori della direzione. In una delle sue ultime mail, datata 16 febbraio, ci ha inviato le sue personali preferenze riguardo alle proposte dei giovani studiosi che hanno aderito al call for paper per il ventennale della rivista. Preferenze che privilegiavano i suoi temi di studio (la storia sociale della comunicazione e dei mass media), ma che non trascuravano altri temi di ricerca, magari anche molto lontani dai suoi, sempre accolti con curiosità e interesse.

Con diversi di noi Francesca aveva condiviso gruppi di ricerca, seminari e convegni di studio, una presenza ritenuta sempre più significativa in ragione del crescere, tra gli storici del tempo presente, della esigenza di un confronto serrato tra storia dei linguaggi e scienze della comunicazione nelle sue diverse articolazioni. Con alcuni ella condivise anche le attività accademiche presso l’Università di Viterbo, tanto nell’insegnamento come nell‘apprendistato alla ricerca dei dottorandi, spesso prolungatosi proprio sulle pagine di «Memoria e Ricerca», dove non pochi giovani studiosi avrebbero fatto il loro esordio nel campo degli studi storici.

Francesca aveva fatto parte del gruppo direttivo di «Memoria e Ricerca» fin dal terzo numero del 1994, quando la rivista allargò il novero dei suoi facitori, oltre l’originario spazio romagnolo. Già nel secondo numero della rivista, uscito sul finire del 1993, comparve comunque un suo primo contributo a una discussione, con David Ellwood e Patrizia Dogliani, su Storia e mass-media/storia dei mass-media: un bilancio per gli anni Novanta. L’anno seguente avrebbe scritto su Identità regionale, regioni e federalismo, un tema allora di grande attualità, a cui la rivista prestò particolare attenzione cercando di guardarvi con le lenti della prospettiva storica. Nel 1997 fu da lei curato il fascicolo monografico che chiuse la prima serie della rivista: era dedicato alla pedagogia dei media nel secondo dopoguerra e Francesca, nello specifico, vi pubblicò un saggio su come la Rai stava scrivendo la storia dell’Italia repubblicana. Quella Rai che la ebbe a lungo come apprezzata consulente proprio dei programmi di storia.

Nel 2000 la cura di un nuovo fascicolo monografico, intitolato L’Europa allo specchio. Immagini e rappresentazioni nell’opinione pubblica, con un suo ampio saggio introduttivo. Due anni dopo un breve contributo su Internet, la storia, il pubblico, consegnato a quella rubrica Spazi on line, affidata alla responsabilità di Serge Noiret, alla quale Francesca, per le affinità che scorgeva fra vecchi e nuovi media, ha sempre tenuto molto, considerandola un elemento identitario della rivista. Infine nel 2007 ancora un numero monografico, questa volta sulle televisioni in Europa, da lei curato insieme a Manuel Palacio Arranz.

Oltre a questi contributi personali tanti saggi proposti, discussi, difesi o attaccati con spregiudicata franchezza, ma sempre con spirito costruttivo, pronta ad accogliere le opinioni altrui e ad accantonare le proprie. Da qualche tempo aveva problemi alle articolazioni, forse avvisaglie della malattia che l’avrebbe colpita. Ma per nessuna ragione al mondo avrebbe disertato una delle riunioni della direzione della rivista, tanto erano forti l’adesione al progetto scientifico e il legame che ci univa. Ci mancherai, cara Francesca.

La Direzione e la Redazione di «Memoria e Ricerca»









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