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Notiziario

Sabato 22 gennaio 2005

Terzo incontro: ''la storia si fa con i se?''

Se Vittorio Emanuele III avesse firmato lo stato d’assedio durante la marcia su Roma?

Confermato per sabato 29 gennaio l’ultimo degli incontri su

La storia non si fa con i se?
Riflessioni sull’identità italiana



«Se Vittorio Emanuele III avesse firmato lo stato d’assedio durante la marcia su Roma?» è il quesito proposto dalla Fondazione “Casa di Oriani” nell’ultimo degli incontri dedicati a «La storia non si fa con i se?».
Si tratta di una ipotesi quanto mai realistica.
La marcia su Roma, nell’ottobre 1922, segna il collasso delle istituzioni liberali e avvia una fase politica che di lì a poco culminerà nell’instaurazione del regime dittatoriale. Il movimento guidato da Mussolini, ormai sconfitte le sinistre, vede coronata dal successo la prova di forza per conquistare il potere, avvalendosi anche del rifiuto di Vittorio Emanuele III di proclamare lo stato d’assedio.
Il decreto dello stato d’assedio infatti era già stato predisposto dal Governo e la sera del 27 ottobre il re aveva espresso sostanzialmente la sua adesione. La mattina del 28 ottobre il presidente del Consiglio dei ministri Facta si trovò di fronte all’improvviso rifiuto di Vittorio Emanuele III di firmare il decreto. L’avvento al potere di Mussolini e del fascismo diventò inevitabile.
La marcia su Roma è l’atto eversivo di maggior portata mai compiuto nella storia dell’Italia unitaria: un evento che spezzò bruscamente il corso della nostra storia e che influì in maniera profonda sulla stessa storia europea.
Quali sarebbero state le conseguenze nella storia italiana, nell’evoluzione dei partiti e delle forze politiche, nell’assetto istituzionale dello Stato italiano, nel processo di modernizzazione del Paese e della sua economia se Vittorio Emanuele III avesse firmato lo stato d’assedio?
Si tratta di alcune delle domande che saranno affrontate, presso la sala Spadolini di Casa Oriani, da uno storico di grande prestigio come Alberto De Bernardi.  L’incontro è confermato per sabato 29 gennaio alle ore 17.
Interrogarsi su vie diverse che potevano essere percorse può diventare così una occasione per affrontare in maniera inusuale alcuni aspetti dell’identità italiana, alcuni nodi cruciali nella storia del Paese.

Alberto De Bernardi
Dopo aver svolto attività di ricerca e didattica nelle università di Milano, Torino, dal 1992 è docente di storia contemporanea all’Università di Bologna dove dirige anche il Dipartimento di Discipline Storiche.
Per quanto riguarda l'attività scientifica, le sue ricerche si sono orientate su tre filoni principali. le trasformazioni della società rurale italiana contemporanea, la storia della sanità e dell’alimentazione, la storia del fascismo.
Fa parte del comitato di direzione delle riviste "Società e Storia" , "Storia in Lombardia" e "I Viaggi di Erodoto".
Fra le sue pubblicazioni:
Questione agraria e protezionismo, Milano, Franco Angeli, 1977; Il male della rosa. Denutrizione e pellagra nelle campagne italiane, Milano, Angeli, 1984; Operai e nazione. Sindacati, operai e stato nell'Italia fascista, Milano, Angeli 1994; Dizionario di storiografia, Milano, Bruno Mondadori, 1996 (con S. Guarracino); Storia d'Italia 1860-1995, Milano, B, Mondadori, 1996 (con L. Ganapini); Il Sessantotto, Bologna, Il Mulino, 1998, (con Marcello Flores); Una dittatura moderna. Il fascismo come problema storico, Milano, Bruno Mondadori, 2002; Dizionario del fascismo. Storia, personaggi, cultura, economia, fonti e dibattito storiografico, a cura di Alberto De Bernardi e Scipione Guarracino, Milano, Bruno Mondadori, 2003; Storia del mondo contemporaneo, Milano, B. Mondadori, 2003 (con R. Balzani); Antifascismo e identità europea, Roma, Carocci, 2004.



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