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Notiziario

Lunedì 23 novembre 2009

Le "lunghe" idee del Risorgimento. Convegno

Le “lunghe” idee del Risorgimento. Rappresentazioni e progetti per l’Italia contemporanea: è questo il titolo del convegno che la Fondazione Casa di Oriani, in collaborazione con Libro Aperto s.c.a.r.l., ha promosso in occasione del centenario della morte di Alfredo Oriani e dell’avvicinarsi del 150° dell’Unità d’Italia.

Il convegno propone una riflessione sulle correnti di pensiero che hanno accompagnato il Risorgimento italiano e il formarsi della nazione e che rappresentano tuttora fondamentali riferimenti ideali dell'Italia repubblicana.

Con il contributo di ACMAR, Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.



Mai, come in questo caso, le ricorrenze assumono infatti i tratti di bruciante attualità. La consapevolezza dell’azione delle vicende risorgimentali sulla politica e, in generale,  sulla società contemporanea è sotto gli occhi di tutti. Alfredo Oriani, da questo punto di vista, va considerato davvero un “precusore”: lesse e concepì la storia d’Italia come un percorso di cui il Risorgimento costituiva uno snodo fondamentale da cui sarebbe dovuto ripartire il nostro Paese  riprendendo il suo ruolo in Europa e nel mondo. Per quanto lontani possano apparire i protagonisti  di quell’epopea, le idee “lunghe” che scaturirono dalle loro riflessioni e azioni oggi fanno irruzione con una carica propositiva che il tempo non ha scalfito. Liberalismo, repubblicanesimo, socialismo, cattolicesimo, federalismo si intrecciano ancora, connotando e ipotecando il futuro assetto politico e ideologico.

Furono  questi  i filoni principali che costituirono il perno della vicenda nazionale. Libero dal domino straniero, il nuovo stato doveva confrontarsi con gravissimi problemi sociali, costruire una struttura, un esercito, una scuola; sciogliere il nodo del rapporto con la Chiesa cattolica, avviarsi verso un processo di sviluppo che consentisse di superare sacche di arretratezza. La strategia cavouriana, basata sul costituzionalismo e sul parlamentarismo, all’insegna del liberismo economico gettò basi nuove per uno sviluppo che non escludesse ceti sociali che non avevano potuto partecipare a pieno titolo alla realizzazione del processo unitario. Il socialismo garibaldino e il repubblicanesimo mazziniano, da questo punto di vista, integravano e completavano la spinta ideologica incarnata dal mondo liberale. Non senza iperboli, spinte massimaliste, diaspore imposte dal confronto col mondo anarchico e quello  del socialismo scientifico. La proposta unitaria fu però più forte dei contrasti, dei dubbi di molti cattolici. Inglobò le istanze federaliste cattaneane  e quelle del neoguelfismo giobertiano che non si fondavano su ipotesi separatiste o sul ritorno nostalgico ai vecchi stati preunitari, ma costituivano un’ipotesi di lavoro alternativa nell’ambito della realizzazione dell’unità italiana. Non senza contraddizioni, limiti e conflitti, anche assai aspri, furono queste le basi su cui si sarebbe fondata l’identità del Paese.

E non è un caso che riflettere sulle radici dell’identità italiana, mentre si sta faticosamente costruendo l’identità europea, sia una ragione profonda del “ritorno del Risorgimento” all’attenzione del grande pubblico e delle vivaci polemiche che ciò ha comportato.

 

Ravenna, sala D’Attorre

via Ponte Marino 2

sabato 28 novembre, ore 10

 

Programma

ore 10 - Apertura dei lavori e saluti delle Autorità

ore 10,15 - Relazioni

coordina: Antonio Patuelli, presidente d’onore Fondazione Libro Aperto

Il liberalismo di Cavour

(Sandro Rogari, ordinario di storia contemporanea all’Università di Firenze, preside della Facoltà di Scienze politiche)

Il repubblicanesimo di Mazzini

(Luigi Lotti, presidente dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea di Roma e della Società di Studi Romagnoli)

Il federalismo di Cattaneo

(Maurizio Ridolfi, ordinario di storia contemporanea all’Università della Tuscia, preside della Facoltà di Scienze politiche)

Il socialismo di Garibaldi

(Dino Mengozzi, docente di storia contemporanea  all’Università di Urbino)

Il neoguelfismo di Gioberti

(Pier Luigi Ballini, ordinario di storia contemporanea all’Università di Firenze)

ore 12,30 - Chiusura dei lavori

 

con il concorso di: Comune di Ravenna, Provincia di Ravenna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, , Fondazione del Museo del Risorgimento di Ravenna



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